Adriano giura: “Sono un altro”

Ha ancora qualche chilo di troppo ma l’umore è quello giusto e i problemi del passato sembrano appartenere
a un’altra vita: Adriano cercava la gioia e l’ha trovata, voleva la serenità e gliela danno i nuovi compagni
della Roma, lottava per un sorriso e finalmente può ricominciare a ridere.

L’Imperatore si confessa, parla molto di se stesso, di quella depressione che lo ha afflitto, portandolo lontano dall’Italia: dal ritiro della Roma a Riscone di Brunico non si è sottratto alle domande dei cronisti che lo incalzano soprattutto per sondare se quello di oggi sia davvero un nuovo Adriano, affidabile, grintoso e motivato.

Il campione è sembrato sereno e fiducioso: la forma arriverà presto. Roma è la sua Rio de Janeiro e la solitudine di Milano è appena un ricordo. Un unico sogno da realizzare: “Chiedo di essere felice. Ho bisogno di ridere e quando non ci riesco vuol dire che dentro di me c’è qualcosa che non va. Ora mi devo sistemare a Roma nel modo
migliore insieme alla mia famiglia e ai miei bellissimi figli”.

“Nell’attesa – aggiunge – sto lavorando tantissimo per perdere i chili necessari. I risultati già si vedono e punto a raggiungere la forma nel giro di un mese”. Combattivo e determinato, per lui l’approdo è quello giusto: Adriano tempo fa era già vicino alla Roma, poi scelse il Flamengo (maggio 2009) per contribuire con il suo talento a portare a casa la Coppa Libertadores. “Giocare a Roma – ammette – è sempre stato un mio obiettivo. L’ho scelta perché è una squadra che gioca bene e ha tanti campioni. Penso che altri ne verranno dal Brasile. Qui non sento la mancanza del mio Paese. Sto benissimo e ho capito come devo comportarmi. Ho fatto cose non troppo belle in passato ma adesso voglio tornare l’uomo che ero un tempo”.

Per Adriano l’accoglienza romana è stata davvero degna di un Imperatore: attorno al campione affetto e calore per scacciare l’incubo di quella saudade tipica dei brasiliani messa in musica dai grandi interpreti della bossa nova. Una sensazione di assenza e di malinconia che ha ingabbiato il campione. Con onestà, Adriano ha riconosciuto i propri errori, tanti ma nessuno legato all’alcol, solo depressione: “Mi sentivo abbandonato, triste, volevo smettere”.

Finalmente gira pagina e la vita ricomincia da Roma: “Sono qui per vincere e anche subito”. Tanti gli elogi ai compagni: Totti che in campo sente il peso della responsabilità, fuori è invece un ragazzo che ride e scherza, De Rossi e via via tutti gli altri. Così come il suo ‘mister’ Ranieri che gli parla a lungo e gli consiglia di andare piano, di non premere così tanto sull’acceleratore. E la società che crede in lui. Tutto sembra perfetto per riportare Adriano sulla vetta e restituirgli la voglia di giocare. La sua storia con l’Inter non ha lasciato strascichi e per Mourinho solo belle parole.

“A Milano – spiega – non ho litigato con nessuno, né ho mentito a Moratti. Con Mourinho si è instaurato un rapporto particolare. Se non fosse stato per lui, che ha capito meglio degli altri il mio stato d’animo, me ne sarei andato prima”. In ogni caso, ha sentito i colleghi brasiliani, Julio Cesar e Maicon, ormai suoi prossimi avversari in Supercoppa. “Mi sono sembrati un po’ arrabbiati…”, scherza. Un grazie va anche a Sinisa Mihajilovic (“Per me è stato un padre”). La rinascita è avviata e lui è pronto anche per il tridente di Ranieri: “Mi piace. Bisogna lavorare molto, ma c’è la possibilità di giocare insieme. Totti al centro, io e Vucinic al lato”. E alla provvidenza non mette limiti: alla Roma per stupire ancora, per tornare a segnare con la maglietta numero otto, per riagganciare la vittoria e riprendere in mano il suo destino, ovviamente in giallorosso.