Corruzione, Quirinale “indignato e allarmato”

“Ci indigna e allarma l’emergere di fatti di corruzione e trame inquinanti da parte di squallide consorterie, ma la nostra democrazia dispone di anticorpi: la reazione morale dei cittadini, i principi costituzionali, le leggi per
applicare tali principi”: è il duro commento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sui
risvolti delle inchieste giudiziarie legate alla cosiddetta ‘P3’, espresso nel corso del suo discorso alla cerimonia
del ventaglio al Quirinale.´

“Si deve intervenire senza alcuna incertezza o reticenza – sostiene il Capo
dello Stato – su ogni inquinamento o deviazione della vita pubblica o nei comportamenti di organi dello
Stato ma senza cedere – avverte Napolitano – a nessun gioco al massacro tra le istituzioni e nelle istituzioni”.
“Per ora sicuramente vedo tanto squallore. Poi vedremo cos’altro emergerà” afferma inoltre il presidente
parlando a margine della cerimonia, rispondendo a una domanda relativa alle inchieste sulla ‘P3’, aggiungendo che “lo squallore è certo, l’importante è che si riesca a far fare alla magistratura il proprio
lavoro fino in fondo per accertare fatti e responsabilità”.

Nel suo discorso il Presidente della Repubblica
affronta tutti i temi di stretta attualità, dalle intercettazioni alla crisi economica. Sul ddl relativo alle intercettazioni – attualmente all’esame della Camera in terza lettura – Napolitano tiene a precisare quale sia
stato il suo ruolo nel percorso del provvedimento: “Il ruolo del presidente della Repubblica è risultato
chiaro. Non vedo come si possa equivocare. Nessuna interferenza nella dialettica politica e nell’attività parlamentare che rappresenta la sovranità popolare fatta salva la facoltà dell’articolo 74 da parte del presidente della Repubblica.

Il mio impegno e dovere – spiega il Capo dello Stato – è valorizzare i poteri del Parlamento e l’invito ad ascoltare l’opinione pubblica e il paese reale”. Parlando del ddl, Napolitano sottolinea come occorra “definire il miglior bilanciamento possibile tra i valori e diritti, tutti ugualmente riconosciuti in Costituzione. Questo è stato lo sforzo compiuto e ancora in atto a proposito della legge in materia di intercettazioni e non si può che apprezzarlo dandone merito alla dialettica parlamentare”.

Secondo il presidente “non deve dunque stupire che la definizione di una nuova legge in materia di intercettazioni, da lungo attesa, abbia richiesto un tempo non breve e un percorso faticoso, potremmo dire ‘per approssimazioni successive’”.

Per il Capo dello Stato la legge sulle intercettazioni deve garantire il valore della sicurezza, quello della libertà di stampa e anche “il valore della libertà di comunicazione tra le persone, il diritto al rispetto della riservatezza e della dignità delle persone”. Guardando più in generale all’attuale panorama politico, “non mi interessano scenari politici ipotetici di qualsiasi genere” ha affermato il Capo dello Stato, auspicando “un’ampia condivisione degli obiettivi e delle linee di intervento” perché “non c’è spazio per l’autosufficienza né per la contrapposizione totale”.

Tra i temi affrontati da Napolitano la crisi economica: “Occorre guardare avanti e misurarsi con le sfide del futuro. Nessun catastrofismo sulla situazione dell’Italia ma consapevole realismo nel valutare la situazione. Si sta risalendo la china da una crisi pesante” afferma, aggiungendo che la disoccupazione giovanile “è il problema numero uno dell’Italia”.

Il presidente si è detto poi certo che l’elezione dei membri laici del Consiglio superiore della magistratura avverrà entro la fine del mese e ha poi sollecitato il governo che “non può ormai sottrarsi a decisioni dovute, come quello della nomina del titolare del ministero dello Sviluppo economico o del presidente di un importante organo di sorveglianza come la Consob”.