Love Parade: 19 morti Anche un’italiana di Brescia

BERLINO – Quella che avrebbe dovuto essere la più grande festa al mondo di musica ‘techno’ si è trasformata in una immane tragedia: 19 persone sono morte alla Love Parade ieri a Duisburg (Nord Reno Vestfalia) e altre 342 persone sono rimaste ferite, secondo un bilancio provvisorio della polizia.

Fra i morti anche una ragazza di 21 anni di Brescia, Giulia Minola, che studiava moda e design a Milano. Con lei è rimasta lievemente ferita anche un’amica torinese, la cui identità non è nota ed altri tre italiani, la cui identità non è ancora nota, ma che sono stati tutti medicati e già dimessi.

Sui nomi regna silenzio assoluto da parte delle autorità tedesche. Per chi vuole informazioni è stato istituito, per la Germania, un numero verde (94000): vige la regola ferrea che i primi, e al momento i soli, ad avere i nomi delle vittime o feriti sono i familiari. Finora 16 morti sono stati identificati. Avevano fra 18 e 38 anni: 11 uomini e otto donne, di cui 11 erano tedeschi, due spagnoli, gli altri venivano da Olanda, Australia, Italia (Giulia), Cina e Bosnia.

La procura indaga per omicidio colposo. I giovani sono morti schiacciati, calpestati, asfissiati nella calca terribile creatasi attorno alle 17:00 in un tunnel lungo 200 metri e largo 20 che avrebbe dovuto portarli sulla grande spianata all’aperto per il concerto finale. Il sottopasso si è trasformato in una trappola mortale, un imbuto che ha stritolato la gente. Nella ressa asfissiante, molti giovani hanno cercato una scorciatoia all’aperto arrampicandosi su una scala di sicurezza e alcune impalcature. Sotto il peso, le strutture sono crollate schiacciando la gente sotto e creando panico generale.

Sopra, per evitare il peggio, le autorità decidevano di non dare l’allarme per far defluire alla meno peggio la folla. Sotto la tragedia, sopra il frastuono assordante della techno: anche questo è uno dei tanti paradossi di Duisburg. Con i morti, è morta anche la Love Parade: l’organizzatore Rainer Schaller ha infatti annunciato ieri il suo “Aus”, la sua fine definitiva. Avrebbe dovuto essere quest’anno il fiore all’occhiello della città, per le celebrazioni di “Duisburg capitale della cultura 2010”.

La Love Parade era nata nel 1989 a Berlino, poco prima della caduta del Muro, su iniziativa del Dj Matthias Roeingh, alias Dr. Motte. La prossima era prevista a Gelsenkirchen (Nord Reno Vestfalia) ma non ci sarà mai. Per il Dr. Motte, che ha mosso dure critiche agli organizzatori, giusto mettere fine alla parata, che denunciava comunque logoramento. L’iniziativa, un maxi rave, è promossa dalla comunità omosessuale per richiamare l’attenzione sulle discriminazioni e la mancanza di parità nei diritti, ma è aperta a chiunque e sono decine di migliaia i giovani provenienti da tutta l’Europa che ogni anno si radunano per questo festival estivo.
Sul concetto di sicurezza, completamente fallito, si stanno scatenando polemiche e accuse. Molti sulla rete avevano prima della parata attaccato l’idea del tunnel e previsto la tragedia. Sconcerto e cordoglio in Germania, e tanti interrogativi: come è stato possibile? è la domanda più ricorrente.

Fra i primi ad esprimere dolore ai familiari delle vittime sabato sera, la cancelliera Angela Merkel e il neopresidente Christian Wulff, che hanno sollecitato anche che sia fatta luce al più presto. “Quei giovani erano andati a festeggiare e invece ci sono morti e feriti”, ha detto la Merkel.

Anche Papa Benedetto XVI ha espresso “profondo dolore” per i giovani morti e i familiari. La Merkel si è di nuovo pronunciata ieri da Bayreuth, dove assiste stasera alla prima di Lohengrin che apre il Festival wagneriano. Ha promesso l’aiuto del governo e sollecitato chiarezza dalle indagini. Cordoglio anche dal presidente Ue José Manuel Barroso.

Sul posto si è recata la nuova governatrice del Land, il più popoloso della Germania, quello della Ruhr, di Colonia, Bonn e Duesseldorf, Hannelore Kraft (Spd). Per tutto il giorno le tv tedesche hanno mostrato immagini drammatiche della disperazione, incredulità e rabbia della gente. Molti gli interrogativi e i dubbi ma anche le critiche e le accuse a organizzatori, città e auotrità.

Fino a ieri ancora non era chiaro il numero dei partecipanti: 1,4 milioni di ‘ravers’ (come si chiamano i fan della techno) o 200.000 come dicono le autorità. L’area del party all’aperto, una vecchia stazione merci della città della Ruhr, era per 300.000 e al momento della tragedia non era del tutto piena, ha sottolineato il capo dell’unità di crisi, Wolfgang Raabe. La ricerca dei feriti negli ospedali e della loro identità prosegue.