Julio Sergio alla Roma: “Possiamo vincere”

Da miglior terzo portiere del mondo (Spalletti dixit) a titolare inamovibile della Roma: la parabola di Julio Sergio è ormai straconosciuta, Ranieri e i compagni si fidano ciecamente di lui ma confermarsi è più complicato che affermarsi. Lui lo sa, ma in conferenza stampa a Riscone di Brunico mostra fiducia e tranquillità. “Lo vedremo a maggio se sarò stato in grado di ripetermi, io mi aspetto di fare ancora meglio – afferma – .

Sta nascendo una squadra forte che ha preso giocatori importanti, che stanno bene. È una squadra matura che può fare molto bene. Dove può arrivare? Sono arrivati giocatori come Adriano e
Simplicio, se partiamo bene possiamo fare meglio”.

Per una squadra arrivata al secondo posto “fare meglio” significa scudetto, parola che però Julio Sergio non pronuncia mai: “Possiamo vincere e io, come i miei compagni, dobbiamo pensare partita dopo partita come l’anno scorso. Non conta l’avversario, devo solo essere tranquillo e continuare a fare certe cose. La Nazionale? Se arriva, bene”.

Adriano “ha un cuore
grande e le qualità per fare la differenza”, mentre Ranieri “cura molto la fase difensiva perchè sa che siamo sempre in grado di fare gol e dobbiamo fare meglio dietro”. Totti ha detto che serve un difensore,
il portiere brasiliano sottolinea che “mi trovo bene con chi sta qui. Deve rientrare Juan e se torna Burdisso…”.
Il rinnovo del contratto è arrivato a pochi giorni dalla scadenza, “ma non ho mai pensato di andare via – assicura – . Sono stato sempre tranquillo, sapevo della volontà della società di trattenermi e quindi sono stato sempre tranquillo”.

E tranquillo Julio Sergio lo è anche quando si parla dello stop durante l’allenamento di questa mattina (“è solo un affaticamento”) e soprattutto dei dissidi con il connazionale e vice, Doni, che nei giorni scorsi aveva ammesso l’esistenza di qualche incomprensione tra i due nel corso della passata stagione. “È un compagno di squadra come qualsiasi altro. Gli amici li avevo a scuola, quando ero bambino. Qua ho rapporti stretti con alcuni, meno stretti con altri, ma non voglio portare questa cosa avanti. Io – aggiunge l’estremo difensore sudamericano – devo pensare a fare bene da calciatore. Chi mi conosce bene sa che persona sono.

Il rapporto con Lobont? È un portiere con tanta qualità equesto mi dà la spinta per fare sempre di più”. Da terzo portiere migliore del mondo a titolare inamovibile: “Dopo tre anni di tribuna ho fatto una scommessa. E io – conclude – penso di averla vinta”.