Oggi sciopero dei diplomatici contro i tagli della manovra

ROMA – Oggi i diplomatici italiani incrociano le braccia contro i tagli alla Farnesina previsti dalla manovra economica proposta dal governo. Aderiscono allo sciopero anche il Console generale d’Italia Giovanni Davoli e il console di Caracas Luis Cavalieri.


Le ‘cure dimagranti’ imposte dai governi alle rispettive diplomazie fanno infatti storcere il naso agli ambasciatori in mezzo Continente, soprattutto in un momento in cui si appresta ad entrare nel vivo l’ambizioso progetto di un servizio diplomatico comune europeo.


“Lo smantellamento della Farnesina derivante dai tagli – ha denunciato nei giorni scorsi il Sndmae, sindacato che raggruppa la stragrande maggioranza dei diplomatici – innescherà un processo tale per cui l’Italia potrebbe presto trovarsi, e non solo simbolicamente, fuori dal mondo”.


A Caracas il Consolato rimane aperto dalle 8:00 alle 12:00 e continua ad erogare i regolari servizi. Entrambi i diplomatici incrociano le braccia: come previsto nel contratto di lavoro, Cavalieri è reperibile in caso di emergenza, mentre Davoli cessa dal congedo per aderire allo sciopero. I diplomatici sottolineano che il Sndmae, oltre allo sciopero, ha proclamato lo ‘stato di agitazione’, uno strumento che comporterà ulteriori azioni di protesta.


E’ prevista una massiccia adesione da parte della categoria, che oltre a essere contraria ai tagli ai dipartimenti e alla formazione, mal digerisce il sistema delle ‘promozioni bianche’, ovvero gli avanzamenti di carriera non retribuiti per i prossimi tre anni.


Non sarà tuttavia lasciato senza entourage il ministro degli Esteri Franco Frattini: a Bruxelles viene assistito dal direttore degli Affari politici, Sandro De Bernardin, dal rappresentante permanente presso l’Unione Europea, Ferdinando Nelli Feroci, e da membri della segreteria particolare.


A dimostrazione del malcontento che circola comunque nelle cancellerie di mezza Europa, nei giorni scorsi due ex ministri degli Esteri francesi (Alain Juppè e Hubert Vedrine) hanno lanciato l’allarme sul progressivo indebolimento del Quai d’Orsay, costretto – come la Farnesina – a tirare la cinghia per far quadrare i conti dello Stato. E mugugni cominciano a levarsi anche tra i diplomatici di Olanda, Svezia e Bulgaria, che hanno annunciato la chiusura di ambasciate e consolati in tutto il mondo, sempre per motivi di bilancio.