Ambasciatori riuniti tra tagli e politica estera

ROMA – Sono tanti ad osservare con attenzione la VII Conferenza degli ambasciatori che ha preso il via oggi: sullo sfondo la politica estera ma anche i tagli della manovra. “La Conferenza – dice il presidente della commissione Esteri al Senato Lamberto Dini, titolare della Farnesina dal 1996 al 2001 – riveste quest’anno particolare rilievo per il momento in cui questa si svolge: dopo il Trattato di Lisbona, la creazione del servizio diplomatico europeo e la riforma della Farnesina”. Ma, avverte, a causa dei tagli si rischiano “decisioni anche penose che il ministero degli Esteri potrà esser costretto a prendere riguardo alla rete diplomatica e consolare”.

Grande interesse per la Conferenza mostra anche Piero Fassino, inviato speciale Ue per il Myanmar. “Penso – afferma il parlamentare del Pd- che la conferenza rappresenti un’occasione molto importante, in primo luogo perché da 2 anni viviamo una crisi economica internazionale che ha messo al centro dell’agenda politica del paese temi cruciali quali la regolazione dei mercati, la globalizzazione e la governance politica del mondo. E un grande paese come l’Italia, parte del G8 e del G20, è chiamata a concorrere alle soluzioni di questi problemi”. Inoltre, sottolinea, “l’Italia è impegnata in teatri di conflitto come Afghanistan, Libano, Balcani, fronti che in modo diverso sono in movimento e quindi è giusto che anche su questo l’Italia si caratterizzi con una propria iniziativa”.

Attenzione alla Conferenza degli ambasciatori anche da parte di Bruxelles, in particolare dal vice presidente della Commissione europea Antonio Tajani, che terrà un intervento. L’evento “è un momento importante per riunire i rappresentanti diplomatici di un grande paese e rilanciare il ruolo dell’Italia nel mondo e in Europa”. L’Italia “porta all’Europa un quid in più, un messaggio positivo”.

I tagli, però, sono un tema che si farà sentire durante la Conferenza. “E’ un momento molto difficile per il ministero degli Esteri – osserva il sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi – i sacrifici sono inevitabili, ma fare politica estera senza soldi, deprimendo un’alta burocrazia di questo Paese che è di grande livello e grande abnegazione, non è una bella pagina per la politica estera di questo Paese”.

Sui tagli si sofferma anche Gianni De Michelis, alla guida del Mae dal 1989 al 1992, oggi presidente dell’Ipalmo. “Quest’anno – osserva – il tema principale è la riforma voluta dal segretario generale del ministero Giampiero Massolo. Dovrebbe consentire di aumentare l’efficienza con risorse scarse”. In realtà, aggiunge, “se c’è un ministero su cui semmai val la pena spendere di più è la Farnesina, la politica internazionale è essenziale per gli interessi del Paese”. Invece i tagli “per una struttura delicata come il ministero degli Esteri portano la sua efficienza ai minimi termini, rischiando di rendere impossibile una rappresentazione adeguata per l’Italia in un momento in cui la politica estera è importante anche per l’interno”.

Tra i commentatori, più critico è il direttore di Limes, Lucio Caracciolo. “Un evento del genere è utile – dice – anzi ce ne vorrebbe più di uno nel corso dell’anno, perché a un grande paese serve avere una visione globale del mondo e delineare una strategia di politica estera”. Il problema, lamenta “è che in realtà una strategia chiara non si vede. L’Italia non ha una presenza internazionale proporzionata al suo reale peso politico, economico, culturale.

Una correzione di rotta propone anche l’ex ambasciatore Sergio Romano. Definisce “molto decoroso” l’impegno italiano soprattutto in Afghanistan. Un impegno “che giova ai rapporto con gli Stati Uniti, che soprattutto in questo momento hanno bisogno di solidarietà. L’Italia ha deciso di aumentare il suo contingente, e questo agli Stati Uniti fa sicuramente molto piacere”. Tuttavia “bisogna stare attenti, perché sulla strada dell’impegno militare non si può andare molto oltre, siamo al limite”. L’Italia, sottolinea, “dovrebbe puntare su due settori, l’Europa e il Mediterraneo, dove può fare la differenza”.