Fedi (Pd): «Manovra, un’operazione iniqua che penalizza gli italiani nel mondo»

ROMA – «Una sconfitta della linea politica governativa che per mesi ha sostenuto la tesi dell’invincibilità nazionale rispetto alla crisi economica che si accingeva ad attanagliare l’Europa». Così Marco Fedi, deputato del Pd eletto all’estero, commenta la manovra economica che la maggioranza si appresta a convertire in legge con il voto di fiducia.


– Le condizioni di necessità ed urgenza – spiega il parlamentare – sono il risultato dell’inazione del Governo, di una sottovalutazione che persiste, di una carenza di prospettiva e di investimenti che porterà ad ulteriori ritardi sul fronte della ripresa e dello sviluppo. Questa manovra non è equa perché mette le mani nelle tasche degli italiani più deboli e non è federalista poiché adotta misure centraliste e tagli lineari.


Il deputato del Pd, poi, ricorda:


– In Commissione bilancio sono stati bocciati i nostri emendamenti che affrontavano questioni centrali come le detrazioni fiscali per carichi di famiglia, le finestre per i pensionandi residenti all’estero, il recupero forzato degli indebiti, il recupero di risorse alla rete consolare, in particolare scuola e assistenza, ed i servizi consolari, oltre al tema delle risorse all’editoria. La maggioranza deve ascoltare e riflettere. Oggi – continua Fedi – paghiamo il dato «storico» della nostra spesa per il ministero degli Affari esteri: una spesa largamente insufficiente a fare una vera politica internazionale, una percentuale di Prodotto Interno Lordo ampiamente inadeguata, a cui si aggiungono i tagli – anch’essi storicizzati – che hanno colpito il Ministero degli Affari esteri nella sua complessa organizzazione, la cooperazione internazionale allo sviluppo e la nostra presenza in Europa e nel mondo, con una particolare attenzione negativa nei confronti delle comunità italiane nel mondo».


Per il parlamentare eletto all’estero le conseguenze negative della manovra economica sul Ministero degli Affari esteri sono molteplici.


– Concernono – spiega – le misure che riguardano il settore del pubblico impiego – con il blocco del turn-over e dei trattamenti economici. Riguardano i tagli alla formazione, particolarmente rilevanti per l’aggiornamento informatico della rete diplomatico-consolare. Riguardano i tagli lineari. E si rifletterà con drammatiche conseguenze anche sulla proposta di riforma del Ministero degli Affari esteri. I nostri emendamenti – aggiunge il deputato del Pd – si prefiggono di dare una risposta a questi problemi. Si propongono di riportare attenzione positiva e propositiva sul rapporto con le comunità italiane nel mondo. Gli emendamenti, riproposti in aula, attendono un pronunciamento dell’aula di Montecitorio. Un segnale di vicinanza agli italiani nel mondo più deboli, che rischiano di pagare un prezzo altissimo per la crisi economica e nei confronti dei quali chiediamo unicamente l’affermazione del principio della parità di trattamento. Con la consapevolezza che la prossima finanziaria continuerà nei tagli, senza una vera strategia di riforme e soprattutto con la peggiore linearità che ha contraddistinto l’azione del Governo. Il voto di fiducia – conclude Fedi – nasconderà, dietro lo scudo della necessità ed urgenza, anche le contraddizioni interne alla maggioranza.