Indagato anche Caliendo, Dell’Utri non risponde ai pm

ROMA – Il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo è stato iscritto nel registro degli indagati per violazione degli art. 1 e 2 della legge Anselmi.

L’iscrizione nelle liste degli indagati è stata decisa secondo quanto si è appreso, ieri, dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo al termine di un esame della posizione delle persone che il 23 settembre 2009 si riunirono nell’abitazione di Denis Verdini a Palazzo Pecci Blunt in Piazza dell’Ara Coeli. In base alle intercettazioni telefoniche disposte dal magistrato, che per questa vicenda ha ottenuto l’arresto di Flavio Carboni, Pasquale Lombardi e Arcangelo Martino, parteciparono alla riunione i tre arrestati, il senatore Dell’Utri, Caliendo e i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller. La loro posizione è ancora all’esame del magistrato che deve valutare se anche nei loro riguardi debbano essere adottati provvedimenti.

Come per i tre arrestati e gli altri indagati, per Caliendo il magistrato ha ipotizzato che durante quella cena si decise l’intervento presso la Corte costituzionale sul Lodo Alfano nonché interventi sulla nomina di Alfonso Marra alla presidenza della Corte d’Appello di Milano e alla pressione che doveva essere fatta in Cassazione per dare un certo indirizzo al ricorso presentato da Nicola Cosentino contro l’ordine di custodia cautelare richiesto dai magistrati di Napoli per contiguità con la Camorra.

Al sottosegretario è arrivata la solidarietà del presidente Silvio Berlusconi che, in una nota di Palazzo Chigi, fa sapere di aver incontrato Caliendo e avergli “espresso la più ampia solidarietà e, rinnovandogli piena fiducia”, averlo “invitato a continuare a lavorare con l’impegno fin qui profuso”. Anche il Guardasigilli Angelino Alfano ha rinnovato ‘’fiducia e solidarietà’’ a Caliendo.
Da qui le reazioni dell’opposizione.

“Possibile che nessuno nel Pdl e nella Lega protesti per l’incondizionata solidarietà che gli offre il ministro della giustizia Alfano? Sarebbe più serio che Caliendo si dimettesse prima che la Camera discuta, cosa che deve avvenire al più presto, la nostra mozione di sfiducia”, afferma Michele Ventura, vicepresidente vicario del Pd alla Camera. Mentre il portavoce dell’Idv Leoluca Orlando invita Alfano a essere ‘’solidale per una volta con i giudici e le forze dell’ordine’’.

Intanto, Marcello Dell’Utri ha scelto di non rispondere alle domande del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo che lo interrogava come indagato nell’inchiesta P3. Nell’ufficio di Capaldo è rimasto 40 minuti giusto per il disbrigo delle procedure e poi ha detto ‘no’ a qualsiasi domanda.

Lasciando il palazzo di Giustizia ha detto: “Mi sono avvalso della facoltà di non rispondere. E’ una mia regola fissa. Non avendo parlato con i pm è ovvio che non posso parlare neppure con i giornalisti. Non rispondendo mi sono avvalso di una facoltà fondamentale per l’imputato. La legge mi consente di non rispondere e l’ho fatto. Quando 15 anni fa sono stato imputato a Palermo e mi hanno interrogato ho parlato per 17 ore e poi sono stato rinviato a giudizio sulla base delle mie dichiarazioni. Ho imparato da allora a stare zitto. Se vi capitasse di andare sotto inchiesta vi consiglio di fare altrettanto”.

Intanto, il Pd si appresta a illustrare la proposta di legge per l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sulla presunta associazione segreta P3.