Mae, l’appello di Napolitano “Non mortificare la diplomazia”

La diplomazia non è un costo, ma un “investimento necessario” per l’intero paese. Questo il senso degli interventi del ministro degli Esteri Franco Frattini, ma anche del segretario generale della Farnesina Giampiero Massolo che hanno preceduto il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
durante la prima giornata di lavori della conferenza degli ambasciatori.

Il Capo dello Stato ha parlato di contenimento e riduzione del debito pubblico, “un imperativo a cui nessuno può sfuggire”. “Quello della riduzione dell’ingente stock di debito pubblico che l’Italia porta sulle spalle da lungo tempo, senza riuscire ad attenuarlo -ha detto -è nostro fondamentale interesse nazionale, nel senso del recuperare cospicue risorse
da destinare al finanziamento di scelte essenziali per l’avanzamento economico e civile del paese”.

“L’obiettivo della riduzione del debito pubblico – ha aggiunto il Capo dello Stato – non si
esaurisce in una manovra pur pesante come quella attuale, ma richiederà un impegno di ben più lunga
lena, uno sforzo costante e coerente di revisione sia di indirizzi di governo sia di comportamenti collettivi. E
allora ci si deve confrontare su quali priorità occorrerà far emergere nei prossimi anni nella gestione della finanza pubblica in un contesto di complessiva severità, di complessivo rigore, che comporterà inevitabilmente sacrifici diffusi di abitudini e di aspettative radicatesi nel tempo, ma che non può vedere
penalizzati in modo indifferenziato tutti i comparti, tutte le voci di spesa dello Stato”.

“Non dovrebbe essere
difficile il convenire sulla necessità di dare la priorità, anche in termini di risorse, a politiche pubbliche di medio e lungo termine davvero cruciali per garantire il futuro del paese – ha sottolineato Napolitano e sulla necessità di salvaguardare, rinnovare ma non mortificare, funzioni e strutture portanti dello Stato nazionale. Tra queste certamente quella della politica estera e della diplomazia che ne è strumento insostituibile”.

“A tutti i cittadini è necessario chiedere sacrifici in proporzione ai loro redditi effettivi – ha detto il presidente
della Repubblica -ma non postulando tagli di risorse e appiattimenti su parametri impropri, quasi che si trattasse di penalizzare gruppi di privilegiati e di intoccabili”.

L’incontro, secondo il ministro Frattini, ha rappresentato un’occasione, per “riflettere sul ruolo della diplomazia nella storia italiana, sul futuro
della politica estera e sui mezzi che dobbiamo assicurare alla Farnesina del futuro perché assolva le sue funzioni in un mondo in evoluzione”. Frattini si è fatto interprete dello “stato di disagio del personale del ministero, che avverte nella consolidata tendenza alla riduzione del bilancio della Farnesina un
segnale che potrebbe essere interpretato come indice di un preoccupante disinteresse” ed ha espresso preoccupazione per la manovra varata dal governo che “presenta elementi di criticità”.

“Non è un caso che, mentre alcuni paesi emergenti stanno rafforzando le loro dotazioni diplomatiche e reti all’estero
– ha aggiunto Frattini -, altri paesi, tra cui i nostri principali partner, si siano posti il problema dell’adeguamento dello strumento diplomatico alle mutate realtà ed esigenze”. “Vorrei ribadire con profonda
convinzione un principio che non ha nulla a che vedere con la difesa corporativa o d’ufficio – ha evidenziato
Frattini -: è interesse nazionale dell’Italia poter destinare alla sua proiezione estera, e alla funzione diplomatica in particolare, risorse adeguate”.

“La recente manovra finanziaria – ha proseguito il ministro – presenta obiettivi fattori di criticità che mi sono mosso per attenuare, nella convinzione che l’obiettivo di sostenere la missione del ministero degli Esteri non sia affatto incompatibile con l’imperativo
della riduzione del deficit e della realizzazione di risparmi dettati dalla necessità di metter ordine nell’area dell’euro e difendere la solidità della moneta unica”. E proprio con l’obiettivo di eliminare queste criticità “ho tempestivamente favorito – ha detto Frattini – la presentazione di proposte migliorative su varie disposizioni della manovra finanziaria e ho preso una posizione molto netta sulle ipotesi di interventi che, se realizzati come inizialmente concepiti, si sarebbero rivelati pregiudizievoli per lo stesso espletamento delle funzioni diplomatiche”.

“La Farnesina – ha concluso Frattini – certamente deve dare il suo contributo al risanamento dei conti pubblici ma non può, al contempo, essere privata delle risorse necessarie a consolidare il ruolo dell’Italia nel mondo”. Si è detto preoccupato per “i drastici ridimensionamenti” soprattutto nei settori come la cooperazione allo sviluppo il decano del ruolo degli ambasciatori e ambasciatore d’Italia a Mosca, Vittorio Claudio Surdo.

“Le criticità del ministero – secondo Surdo – rischiano di minare l’efficacia della nostra azione
e la politica estera del paese”. In particolare alcuni provvedimenti tra cui la soppressione della diaria di missione e il congelamento a livello economico degli avanzamenti di carriera “ledono in modo sistematico la nostra professione, mortificandola”. A queste voci si è unita infine quella del segretario generale Giampiero Massolo che ha parlato del presente come di un “momento in cui il ministero è pervaso da un forte senso di disagio a fronte del succedersi di misure quantitative e qualitative che molto demotivano
le persone molto alterano le strutture rispetto al gettito che ne deriva”.