Rotto il silenzio sui paramilitari, fossa comune con 2 mila corpi

BOGOTÀ – I contadini colombiani della zona nord di San Onofre, nella zona Sucre, hanno rotto il silenzio denunciando ai media i massacri dei paramilitari che hanno subito negli ultimi dieci anni. Il ‘Movimiento de Víctimas en Colombia’ ha registrato più di 75 stragi con oltre 4 mila vittime, molte sepolte in fosse comuni, mentre molti sfollati non sono mai ritornati nelle loro case a causa dell’insufficienza di garanzie offerte dallo stato.


Vari abitanti della zona hanno testimoniato di assassini e mutilazioni, così come di incendi appiccati dai paramilitari per cancellare qualsiasi prova.


“Facevano un piccolo buco, tagliavano le persone e le seppellivano a pezzi” ha denunciato a TeleSur Jauiro Arnda, contadino. La corrispondente di TeleSur in Colombia, Angie Camacho, ha raccontato che vari contadini stanno esortando i compagni a denunciare tutto sulle stragi, anche se minacciati di morte. “Diciamo alla comunità internazionale la crisi umanitaria che si vive realmente in questa regione” ha aggiunto Eder Torres, abitante della zona.


Diversi famigliari di leader assassinati esigono dal governo colombiano una commissione che investighi sui fatti che accadono da più di un decennio in queste località ma sono convnti della complicità che lega autorità e paramilitari.


La senatrice Gloria Inés Ramírez, per il Polo Alternativo, ha affermato che “qualificando come terroristi le vittime e i difensori dei diritti umani, il governo dice alla sue truppe ufficiali che siamo obiettivi militari”. E ha aggiunto: “Non si è mai sentita nei discorsi presidenziali una sola linea di condoglianze per le vittime”.


Intanto, una delegazione di Europa e Stati Uniti, con in testa sei eurodeputati, ha certificato lo scorso venerdì, dopo un’udienza pubblica a Macarena, l’esistenza di una fossa comune con due mila cadaveri non identificati. “Sono guerriglieri morti in combattimento”, hanno dichiarato fonti ufficiali. Gli attivisti dei Diritti Umani colombiani chiedono che questa, la fossa comune più grande dell’America latina, venga investigata. La certificazione della fossa accredita quanto andavano da tempo denunciando alle autorità colombiane i contadini del luogo e gli abitanti del circondario.

I militari dell’esercito usano ammazzare persone innocenti, anche ragazzi, dopo averli condotti centinaia di chilometri da casa, e dopo averli travestiti da guerrilleri delle Farc, con tanto di fucile in mano. Un macabro rituale, quello dei cosidetti “falsi positivi” per ottenere promozioni e licenze premio, oltre a più soldi dal Plan Colombia.


I contadini di Macarena sono vittime di un conflitto armato dal 2003, reso più acuto con l’arrivo del ‘Plan Colombia’ promosso dagli Stati Uniti per lanciare una presunta guerra contro il narcotraffico e il crimine organizzato.


Dopo la visita degli osservatori degli Usa e dell’Ue, il ministero degli Esteri colombiano ha dichiarato che non esistono fosse comuni nella zona e il più importante quotidiano del paese, El Tiempo, i cui maggiori azionisti sono sia il neo eletto presidente Juan Manuel Santos nonché ex ministro della Difesa, sia suo cugino Francisco Santos attuale vicepresidente, hanno ignorato completamente la notizia.