Con 100 mila bambini abbandonati il Mae taglia i fondi

ROMA – L’Italia è il primo Paese al mondo ad adottare bambini colombiani, ma sono fermi gli investimenti del ministero degli Esteri nei progetti di cooperazione internazionale a favore dell’infanzia abbandonata in Colombia. L’adozione internazionale sembra l’unico intervento che il nostro Governo sia intenzionato a sostenere.

Lo denuncia Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. associazione che da 20 anni lotta contro l’emergenza abbandono. “Sono 3mila bambini colombiani adottati da italiani negli ultimi 10 anni – riferiscono da Ai.Bi. – ma al primato nelle adozioni internazionali non corrisponde un risultato altrettanto positivo nella promozione di progetti di cooperazione destinati all’infanzia in difficoltà familiare. Il risultato è che oggi sono 100 mila i bambini che vivono negli istituti pubblici o privati del Paese.

Il ministero degli Esteri tuttavia non considera la Colombia uno dei Paesi prioritari per promuovere interventi di cooperazione e ha respinto il finanziamento di progetti per l’infanzia in difficoltà”.

Chiudendo i rubinetti ai progetti, spiega, l’Italia “non rispetta il principio di sussidiarietà dell’adozione stabilito dalla Convenzione de L’Aja – ratificata sia dall’Italia sia dalla Colombia – in base al quale i governi devono impegnarsi a promuovere progetti per garantire al minore di vivere in famiglia attraverso il rientro nella famiglia d’origine e, dove impossibile, diventare figlio con l’adozione nazionale o internazionale”.

In questo contesto, Ai.Bi. Cheide al ministro degli esteri Franco Frattini se sia “lecito promuovere l’adozione internazionale dei bambini colombiani senza avere il supporto di interventi di cooperazione finalizzati a garantire l’accoglienza familiare nel loro Paese d’origine e, solo come ultima possibilità, l’adozione internazionale”. Una contraddizione, conclude l’Ai.Bi., “che sembrerebbe non avere spiegazione e sulla quale il ministro Frattini dovrebbe riflettere prima di considerare la Colombia un Paese di serie B per la cooperazione internazionale”.