Scoppia ordigno, muoiono due italiani

ROMA – È ancora un Ied – un ordigno improvvisato – a seminare la morte tra i militari italiani in Afghanistan.
Ieri l’esplosione non ha però sorpreso i soldati in pattuglia su un blindato, ma mentre erano a piedi occupati a perlustrare una zona vicino ad Herat dopo avere appena disinnescato un’altra bomba.


Lievemente ferita anche una soldatessa. L’escalation di violenza che sta investendo il Paese, dunque, non risparmia la zona Ovest, quella guidata dagli Alpini.
Tante le attestazioni di cordoglio, dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano al premier Silvio Berlusconi.


Il fatto è avvenuto nel pomeriggio, in una zona a circa 8 km dal centro di Herat. La polizia afgana individua la presenza di una bomba rudimentale e, come avviene in questi casi, chiede l’intervento degli specialisti artificieri degli Alpini. Parte quindi un team del 3/o reggimento Genio, specializzato nella rimozione di ordigni esplosivi improvvisati: un dispositivo composto da 36 militari su 8 veicoli blindati Lince, uno dei quali in versione ambulanza.


Gli artificieri disinnescano la bomba, ma mentre perlustrano a piedi la zona circostante per accertare l’eventuale presenza di altri ordigni, il primo maresciallo Mauro Gigli, di 41 anni, ed il caporal maggiore capo Pierdavide De Cillis, di 33, vengono investiti ed uccisi da una forte esplosione. A seguito dello scoppio riporta lievi escoriazioni anche una soldatessa, il capitano Federica Luciani. Si parla anche di due afgani morti, ma il comando italiano riporta solo il ferimento lieve di un civile.


Un’inchiesta è in corso per accertare la dinamica di quanto accaduto ed è ancora presto per ipotizzare una trappola. Quello che è certo è che gli Ied costituiscono la principale minaccia nell’Ovest, per i militari italiani, ma anche per forze armate e civili afgani. Negli ultimi giorni, nella zona di Shindand, gli specialisti degli Alpini, insieme alle forze di sicurezza afgane, hanno disinnescato quattro ordigni esplosivi improvvisati. Si tratta di un impegno quotidiano per gli artificieri del contingente che si servono di mezzi blindati, robot telecomandati, cani, pinze e strumenti sofisticati per disinnescare in sicurezza.


Le due vittime avevano al loro attivo numerose missioni all’estero durante le quali avevano effettuato un elevato numero di interventi di disinnesco di ordigni esplosivi.
Berlusconi: “Dobbiamo restare”.


“Provo dolore” e “sono rattristato per la notizia”, è stato il commento di Berlusconi, che ha inviato il proprio cordoglio “alle famiglie” dei militari morti ed ha ricordato che queste azioni “rafforzano l’idea che dobbiamo esserci”.
Anche Napolitano ha espresso “sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei familiari dei caduti”. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, da parte sua, ha spiegato che quanto accaduto non cambia la missione italiana, perchè “gli impegni internazionali vanno mantenuti, ci sono rischi che sappiamo di correre, ma vogliamo che il loro sacrificio non sia vano e che la lotta contro il terrorismo possa essere combattuta a partire dal 2013 dalle forze afgane in modo che i nostri possano tornare a casa”.


Opposizione, invito a riflettere
Il ministro domani riferirà alle Camere sull’episodio. Anche dall’opposizione arriva il cordoglio, ma anche la richiesta di riflettere sulla missione. Piero Fassino ha chiesto che “il Governo riferisca al Parlamento sulla situazione in Afghanistan e sulla strategia con cui si intende accelerare un approdo di sicurezza e di stabilità in quella regione”.


Il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, ha osservato che “ieri è stato un giorno di lutto per tutto il Paese e ogni polemica sulla nostra presenza in Afghanistan risulterebbe strumentale. Per questo, a tempo debito, ribadiremo le ragioni per le quali l’IdV è contraria ad una missione che è risultata fallimentare, come dimostrato dal dossier diffuso da Wikileaks”.