La Catalogna dice stop alla corrida

La Catalogna dice ‘basta’ alle corride. Il parlamento regionale ha approvato, con una decisione storica, il divieto alle Fiestas de toros con 68 voti a favore e 55 contro e 9 astensioni.

Il divieto entrerà in vigore nel
gennaio 2012, e fino ad allora la Plaza Monumental potrà ancora programmare le corride, dopodiché la Catalogna sarà la prima regione spagnola, e la seconda dell’intera area di Spagna dopo le Canarie che hanno imposto il divieto nel 1991, a proibire le tradizionali manifestazioni nazionali dei tori.

È giunto intanto alla fine un processo iniziato circa un anno e mezzo fa quando il Parlamento catalano aveva accettato un’iniziativa popolare che chiedeva la fine dello spettacolo “barbaro”. Il 5 luglio la piattaforma Prou! (Basta, ndr) presentò quindi 180.000 firme. L’iniziativa ha anche ricevuto il sostegno della Società mondiale per la protezione degli animali che ha presentato 140.000 firme raccolte in 120 paesi. La votazione era iniziata stamane alle 10.00 mentre fuori dall’edificio si erano riuniti decine di manifestanti pro e contro la corrida.

Al momento della votazione, favorita dal pronunciamento del Partito socialista catalano, della coalizione Convergenza e Unione, della Sinistra Repubblicana e dell’Iniziativa per la Catalogna Verde, l’aula è stata
riempita dalle grida di gioia delle associazioni ambientaliste che hanno festeggiato con abbracci e lacrime l’evento.

Entusiasmo anche dalla pasionaria degli animali, l’attrice francese Brigitte Bardot, che in un comunicato ha parlato di “vittoria della democrazia” e “della dignità sopra la crudeltà”. Dal punto di vista politico per alcuni la decisione della Catalogna rappresenta l’ennesima presa di distanza della regione
da Madrid e dal dibattito sulla cultura e le tradizioni spagnole. Il voto di oggi di fatto incoraggerà i gruppi animalisti a chiedere l’abolizione della manifestazione anche in altre aree del Paese. Per la regione a statuto speciale ci sarà comunque un contraccolpo economico: gli impresari del business delle corride hanno già chiesto un’indennità intorno ai 300 milioni di euro.