Linea dura per Fini, pronti ai gruppi

ROMA – Almeno trentatre deputati, per ora 8 senatori: le truppe finiane si contano in vista della battaglia finale. A poche ore dall’ufficio di presidenza che, a Palazzo Grazioli, taglierà il nodo gordiano del tormentato rapporto tra i due co-fondatori del Pdl Berlusconi e Fini, diventa più concreta la possibilitù che i fedelissimi del presidente della Camera costituiscano – sempre nel perimetro della maggioranza – gruppi autonomi a Montecitorio e a Palazzo Madama (dove oggi potrebbero aggiungersi al pacchetto di 8 i 5 senatori che stanno con il sottosegretario Andrea Augello).


Nello studio di Fini, che ieri ha avuto riunioni non-stop con deputati e senatori, non sono mancate le divergenze di opinione. Ci sono gli Augello, i Moffa, i Menia, che volevano aspettare di vedere nero su bianco il documento di censura politica a Fini (‘’durissimo’’, fanno sapere i berlusconiani) per capire se c’erano ancora spazi per evitare la rottura traumatica. Ma i Bocchino, i Granata, i Briguglio spingevano invece per il divorzio tout court. E davano per imminente (addirittura già in Aula) l’annuncio della costituzione dei nuovi gruppi. La parola finale spetterà, ovviamente, a Fini.


Ma intanto tutti – barricaderi e non – hanno messo alla fine la loro firma sul foglio che Bocchino ha fatto girare per contare i fedelissimi del presidente della Camera. Anche quasi tutti i membri del governo: il ministro Andrea Ronchi, il viceministro Adolfo Urso, i sottosegretari Menia e Bonfiglio (Augello e Viespoli decideranno).