Pomigliano, gli operai temono newco e licenziamenti

POMIGLIANO D’ARCO (NAPOLI) – Si teme un ‘’settembre caldo’’ a Pomigliano d’Arco, dove molti operai sembra non digeriscano il passaggio da Fiat Group Automobiles a Fabbrica Italia Pomigliano. Una newco che, peraltro, non sarà iscritta all’Unione industriali di Napoli: ed è proprio questo annuncio a preoccupare non poco gli operai del Giambattista Vico, che temono eventuali licenziamenti nel corso del riassorbimento nella neonata società, e la mancata attuazione del contratto nazionale del lavoro. Ma non sono solo loro ad essere preoccupati

. A chiedere di ‘’non tornare al passato’’, ieri, è stato anche don Aniello Tortora, parroco a Pomigliano, e direttore dell’Ufficio di pastorale sociale e lavoro della diocesi di Nola.
– Siamo contenti che l’investimento parta – spiega – ma sono preoccupato per le divisioni interne, tra operai, sindacati, e le varie parti in causa. Mi spiace, inoltre, che i lavoratori saranno costretti al passaggio nella nuova società, che potrebbe non attuare il Ccnl: mi rendo conto che siamo in una fase di passaggio epocale dell’economia, ma chiedo un esame di coscienza da parte di tutti, per poter far prevalere la dignità dell’uomo e il diritto al lavoro. Mi auguro si discuta ancora sui diritti acquisiti.


Gli operai, intanto, discutono delle modalità di attuazione dell’investimento, che prevede il riassorbimento graduale degli addetti al Giambattista Vico, e l’integrazione dei lavoratori dell’Ergom.
– Ma ora dobbiamo aspettare che ci ‘ripeschino’? – chiede Luigi, un giovane lavoratore – dovrò rimandare a mettere su famiglia. Ma sono pronto a scendere di nuovo in piazza per difendere i nostri diritti.
Per Maria, invece, ‘’l’operazione di Marchionne è tesa a delocalizzare gli impianti’’.


– Sta cercando di lasciare l’Italia dando la colpa a noi operai – sostiene -. E ci toglie anche il Ccnl con l’avallo dei sindacati. Dobbiamo reagire.


Giovanni chiede l’avvio dell’investimento.
– Diamo priorità al lavoro perchè poi possiamo migliorare l’intesa – dice – non arriviamo a fine mese, e vorremmo capire quali saranno le modalità di integrazione al reddito per i corsi di settembre. Ma l’azienda non ci troverà d’accordo ad uscire dal Ccnl.


La nuova società è stata accolta bene dal sindaco Raffaele Russo, il quale si dice ‘’orgoglioso’’ che nella dicitura ci sia il nome della cittadina partenopea.
– Siamo contenti che finalmente si parta – ha affermato, e riferendosi alle polemiche di questi mesi tra i vari sindacati ha aggiunto:
– Marchionne non ha chiesto soldi pubblici per questo investimento. Fa le auto e pensa alla produttività. In questo momento c’è bisogno di un nuovo contratto, e nessuno dovrebbe strumentalizzare le preoccupazioni dei lavoratori: l’accordo è stato sottoscritto da ben quattro organizzazioni sindacali, quindi la tutela dei diritti c’è.


Diverse le posizioni dei vari esponenti sindacali di categoria. Andrea Amendola, segretario provinciale Fiom di Napoli, sostiene che ‘’l’accordo produrrà un migliaio di esuberi’’, e annuncia azioni legali a tutela dei lavoratori, lamentando un problema anche sul piano delle relazioni sindacali.
– Spero che la newco – ha detto – non celi una serie di licenziamenti.


– Non ce ne saranno – risponde Giovanni Sgambati, segretario regionale Uilm – e la Fiom è l’unica responsabile della costituzione della newco.


Vittorio Granillo, del coordinamento nazionale Slai Cobas, la vede invece come ‘’una scatola cinese, che si appresta a diventare un ‘licenziatoio’’.