La guerra dei contratti, 4,7 mln in cerca di rinnovo

ROMA – In Italia a giugno oltre un impiegato su tre (35,7%), in cifre assolute 4,7 milioni di lavoratori, aspetta il rinnovo del contratto, in tutto sono 39 gli accordi che ancora devono essere aggiornati. E, in quella che sembra profilarsi come una lunga battaglia contrattuale, se non ci saranno rinnovi prima della fine del 2010 gli accordi scaduti da oltre tre mesi saranno il 41% del totale, tanto che a dicembre le buste paga legate ad accordi in vigore sarebbero solo il 58% del totale.

E’ questa la fotografia scattata dall’Istat, che ritrae un quadro ‘attendista’: rispetto allo stesso al giugno dello scorso anno la serie delle intese contrattuali da rivedere tocca una quota maggiore di lavoratori, superiore di circa 15,2 punti percentuali.
Dietro i dati è possibile leggere un contesto negoziale nel quale prevale la cautela.

Il forte dibattito provocato dai nuovi scenari aperti dalla Fiat e dalla sua newco ‘Fabbrica Italia’ certo potrebbero contribuire a rallentare gli accordi, in un contesto che sembra sempre di più in movimento. Basti pensare che nei primi sei mesi sono stati rinnovati appena il 18,3% dei contratti. Non a caso c’è sempre più da aspettare: a giugno l’attesa media, distribuita sul totale dei dipendenti, è di 4,4 mesi, un valore superiore a quello di maggio (4) e a quello di giugno 2009 (3,3). Si è trattato, quindi, di un altro mese di attività negoziale ‘’fiacca’’.


Tra le intese monitorate dall’indagine dell’Istat, sono risultati solo due accordi: calzature e pelli e cuoio. Alla fine del mese risultano così in vigore 39 contratti, che regolano il trattamento economico di circa 8,4 milioni di dipendenti; a questi corrisponde un’incidenza in termini di monte retributivo pari al 61,1%. Tuttavia ci sono dipendenti più fortunati di altri, a livello settoriale, le quote di contratti nazionali vigenti sono molto differenziate: la copertura è totale nel comparto agricolo, mentre è pari al 96,4% nell’industria e al 69,1% nei servizi privati.

Nella pubblica amministrazione, invece, a partire da gennaio 2010, come è noto, tutti i contratti sono scaduti. Il rinnovi da sempre stanno moto a cuore ai dipendenti perchè da questi dipendono gli aumenti in busta paga. Infatti, secondo l’Istat in assenza di aggiornamenti, la crescita su base annua delle retribuzioni orarie dell’indice generale scenderebbe progressivamente dal 2,4% di luglio all’1,4% di dicembre.