La proposta del Pd per un voto più sicuro

Il Partito democratico ha presentato alla Camera e al Senato una proposta di riforma del voto all’estero del
Pd che ha come primi firmatari rispettivamente i capigruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini e al Senato Anna Finocchiaro. La proposta di riforma è stata firmata, tra gli altri anche dal segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani.

La proposta prevede all’articolo 1, per superare il problema della formazione delle liste elettorali, “l’istituzione di un apposito elenco dei cittadini italiani residenti all’estero che manifestano la volontà di esercitare il diritto di voto direttamente dal paese di residenza, tenuto presso l’ufficio elettorale istituito in ciascun Consolato”, sistema che risolverebbe “il problema della certezza del voto”. Con l’articolo 2, si prevedono le nuove modalità di stampa ed invio dei plichi elettorali.

Con le modifiche introdotte, “il Ministero degli interni provvede direttamente alla stampa e alla consegna del plico elettorale agli uffici elettorali consolari entro il ventitreesimo giorno prima della data stabilita per le votazioni in Italia. Il plico deve essere nominativo e sigillato, contenere il certificato elettorale, la scheda elettorale, la relativa busta ed una busta affrancata recante l’indirizzo dell’ufficio consolare competente”.

Con gli articoli 3 e 4, vengono introdotte disposizioni per garantire un più elevato livello di sicurezza e controllo delle operazioni di voto. Nello specifico, “viene stabilito che non oltre diciotto giorni prima della data stabilita per le votazioni in Italia, ciascun ufficio elettorale consolare, sotto il controllo del Comitato elettorale appositamente istituito, provvede ad inviare agli elettori all’estero, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o con altro sistema che né attesti la ricezione da parte dell’elettore stesso, il plico nominativo pervenuto dal Ministero dell’interno.

Una volta espresso il proprio voto sulla scheda elettorale, l’elettore è tenuto ad introdurre nell’apposita busta la scheda o le schede elettorali, a sigillare la busta, ad introdurre nella busta affrancata unitamente al tagliando staccato dal certificato elettorale, debitamente firmato e con l’indicazione del numero identificativo del proprio passaporto o della carta d’identità o di altro documento d’identità valido rilasciato
dal Paese di residenza e riconosciuto dal ministero dell’Interno, e a spedire il tutto all’ufficio elettorale consolare competente non oltre il decimo giorno precedente la data stabilita per le votazioni in Italia”.

Con l’articolo 5, al fine di migliorare le operazioni di scrutinio dei voti, assai confuse nelle precedenti tornate
elettorali, “si prevede l’istituzione presso le Corti di Appello di Roma, Firenze, Milano e Napoli, degli uffici
centrali per la circoscrizione estero, ciascuno competente per una delle ripartizioni estere. Presso ciascuno degli uffici centrali per la circoscrizione estero è costituito un seggio elettorale per un minimo di duemila e un massimo di tremila elettori residenti all’estero”.

L’articolo 6 prevedeche a ciascuno degli uffici centrali per la circoscrizione estero spetta il compito di proclamare gli eletti nell’ambito della ripartizione di
competenza. L’articolo 7 prevede che la pubblicità sulle elezioni all’estero deve essere garantita anche sui giornali locali, anche non di lingua italiana. “La presentazione da parte di un progetto di legge sul voto all’estero costituisce un fatto di rilevante spessore politico – ha spiegato Fabio Porta, deputato del Pd eletto all’estero – In primo luogo perché è la prima volta che i gruppi parlamentari di un partito presentano contemporaneamente allaCamera e al Senato un importante provvedimento legislativo riguardante gli italiani
all’estero.

In secondo luogo per l’autorevolezza politica dei firmatari: i due capi-gruppo Franceschini e Finocchiaro, insieme al Segretario del partito Bersani e a tutti i parlamentari eletti all’estero. Infine per il metodo seguito per la presentazione della legge: un lavoro comune, che ha coinvolto non solo i parlamentari ma anche tutti i livelli in Italia e all’estero dell’organizzazione del partito”.