Celebrate le prime nozze gay

BUENOS AIRES – “È da 34 anni che sono innamorato di te”: senza nascondere la propria emozione, Alejandro Vannelli ha fissato negli occhi il compagno di una vita, Ernesto Larrese, pochi minuti dopo averlo sposato giovedì, appena è entrata in vigore in Argentina la legge che permette il matrimonio tra persone dello stesso sesso.


Alejandro (61 anni, manager del mondo dello spettacolo) ed Ernesto (50, attore) sono stati i primi a unirsi in matrimonio nella città di Buenos Aires dopo il via libera al provvedimento approvato dal Parlamento argentino lo scorso 15 luglio al termine di una lunga battaglia politica e tra le proteste della Chiesa e di una parte dell’opinione pubblica del Paese.


La cerimonia è avvenuta in un ufficio del comune del quartiere Palermo di Buenos Aires. Tra amici, rappresentanti della Federazione argentina gay, lesbiche, bisessuali e trans (Lgbt) e tanti giornalisti, Alejandro ed Ernesto hanno improvvisato un discorso, intrecciando la loro storia personale con le ripercussioni sociali e “politiche” del provvedimento. “A tutti coloro che sono omofobi dico di stare tranquilli, non avverrà niente che possa danneggiarli. L’amore cura tutte le fobie, e ciò che arriva in Argentina sono più amore e più eguaglianza”, ha sottolineato Ernesto.


Pochi minuti prima dell’unione tra Alejandro ed Ernesto, in una cittadina di un’altra regione dell’Argentina, a Santiago del Estero, si è sposata un’altra coppia di uomini, l’architetto José Luis Navarro (54) e il pensionato Miguel Angel Calefato (65). Anch’essi stanno insieme da molto tempo, quasi 30 anni, hanno precisato con orgoglio i due ai media locali, che hanno seguito fin dal mattino quelli che sono i due primi matrimoni gay.
L’Argentina è il primo Paese in America Latina e il decimo nel mondo a rendere legali le nozze tra persone dello stesso sesso. A Buenos Aires le coppie omosessuali avranno gli stessi diritti e potranno anche adottare dei bambini. La norma voluta con forza dal governo della presidente peronista, Cristina Fernandez Kirchner, ha provocato un effetto domino in tanti altri Paesi latinoamericani, dove la questione del matrimonio gay è all’ordine del giorno.