“Lotterò per mantenere vivo il Deportivo Italia”

CARACAS – I pettegolezzi che si ascoltavano sulle gradinate dello stadio Olimpico di Caracas riguardanti la scomparsa dello storico Deportivo Italia si sono materializzate lo scorso 23 luglio. In questa tragica data, è stato cambiato il nome della compagine italo-venezolana, che prenderà la nuova denominazione di ‘Deportivo Petare’. Tutto questo sotto l’approvazione della Federación Venezolana de Fútbol (Fvf). Il cambio di nome è stato effettuato dall’azionista maggioritario della squadra capitolina, l’ingegnere Mario Hernández.
Tutto questo però sarebbe illegale secondo quanto ci è stato riferito dal presidente della ‘Asociación Civil Deportivo Italia’, l’editore Eligio Restifo. Per capire un po’ la situazione, lo abbiamo contattato telefonicamente.


Ci parli un po’ di questa strana situazione della squadra azzurra?


“Dal 1996 si sa che i diritti sportivi del ‘Deportivo Italia’ sono stati ceduti gratuitamente sempre e quando venissero rispettati gli statuti interni, ancora in vigore. In primis c’era la normativa che esigeva che sotto nessun aspetto si poteva cambiare né il nome, né i colori sociali, né tantomeno lo stemma e la sede della squadra, che ha come sede Caracas – ha spiegato il dirigente di origini siciliane -. Siamo pronti a portare il caso a enti internazionali e si sta studiando la situazione per farla analizzare dalla Fifa”.


Il ‘Deportivo Italia’ ha 62 anni di storia ed è l’unico superstite del cosidetto ‘Fútbol de colonias’ (in passato con l’arrivo degli emigranti europei in Venezuela si fondarono squadre come Deportivo Portugués, Deportivo Galicia, Unión Deportiva Canarias e non possiamo dimenticare lo storico Maritimo). Cambiando il nome scomparirebbe un bel pezzo della storia della nostra collettività italo-venezolana. Quando il 18 agosto del 1948 i nostri connazionali Carlo Pescifeltri, Lorenzo Tommasi, Bruno Bianchi, Giordano Valentini, Samuel Rocatti, Angelo Bragaglia, Giovanni Di Stefano, Giuseppe Pane, Luca Molinas e Alfredo Sacchi fondarono quel sogno chiamato ‘Deportivo Italia’, certo non avrebbero mai immaginato che questo sarebbe stato cancellato, come si fa oggi, con un sms sul telefonino.


“Lotterò per mantere vivo il ‘Deportivo Italia’, non può sparire un’istituzione che ha scritto pagine memorabili del calcio venezolano, sia in campo nazionale che a livello internazionale” ci dice il signor Restifo.
Gli azzurri hanno un’importanza storica per il calcio venezolano e per la vinotinto. Oltre ad essere stata la prima squadra della ‘Primera División’ venezolana ad aver partecipato alla Coppa Libertadores nel ’64, nell’edizione del ’71 il Deportivo Italia fu capace di espugnare il mitico Maracaná di Rio de Janeiro, battendo per 1-0 il Fluminense (che era il campione in carica del Brasile).


“Il ‘Deportivo Italia’ è stata la compagine che ha apportato più giocatori nella prima convocazione della nazionale venezolana” ci racconta il signor Restifo quando ci parla dei 60 anni di vita del club.
Hanno indossato la maglia azzurra giocatori del calibro di Manuel Sanhouse, Gilberto Angelucci, Ailton Da Silva, Rubén Forestello, Giovanni Perez, Hector Pablo Bidoglio, Emilio Renteria ed Alejandro Cichero. Tra gli idoli della curva ci sono Alain Giroletti, Leopoldo Jimenez, Daniel Diez, Vicente Suanno e Cristian Cásseres.
Durante la pausa estiva, del campionato il team di Caracas ha raggiunto un accordo con l’Alcaldia de Sucre per avere uno sponsor importante e tramite l’ente governativo motivare ai tifosi ad andare allo stadio, dato che negli ultimi anni è un po’ decaduto l’afflusso dei tifosi azzurri all’Olimpico.


“Noi ci congratuliamo con l’Alcaldia de Sucre e la sua iniziativa per incentivare la pratica del calcio nel proprio territorio. Tutto questo per allontanare i giovani dai vizi e dalle cattive abitudini, così grazie al calcio possono trovare una strada per diventare i professionisti e gli uomini per bene del futuro”. Ci spiega ancora il signor Restifo:. “Spero che, una volta risolta la questione del nome della squadra, questo ente governativo voglia continuare la sponsorizzazione. Sono sicuro che i ‘petareños’ si sentiranno orgogliosi di appoggiare il ‘Deportivo Italia’”.


La storia della squadra capitolina nei prossimi giorni scriverà nuove pagine, speriamo con i colori azzurri. Tutto questo dovrà risolversi prima dell’8 agosto, data in cui si alzerà il supario del Torneo Apertura 2010.

LA STORIA

Il Deportivo Italia fu fondato a Caracas il 18 agosto del 1948 da un gruppo di italiani emigrati in Venezuela: Carlo Pescifeltri, Lorenzo Tommasi, Bruno Bianchi, Giordano Valentini, Samuel Rovatti, Angelo Bragaglia, Giovanni Di Stefano, Giuseppe Pane, Luca Molinas e Alfredo Sacchi.


Gli anni d’oro della squadra (soprannominata “Azules”, in onore dei colori sociali e della della Nazionale italiana) furono quelli dell’Era D’Ambrosio, che durò dal 1958 al 1978.


L’era D’Ambrosio


Nel 1958 Mino D’Ambrosio prese la gestione del Deportivo Italia insieme al fratello Pompeo (che diresse il settore finanziario della squadra). Durante questo periodo si disputavano anche i famosi ‘derby de las colonias’, tra le compagini fondate dagli emigranti europei. In quei tempi l’Olimpico si riempiva con le sfide contro Deportivo Español, Maritimo, Deportivo Portugés, Deportivo Galicia ed Unión Deportiva Canarias.
Per un ciclo che durò vent’anni la squadra fu la migliore del Venezuela, ed ogni anno ottenne un primo o secondo posto nei maggiori Tornei di calcio del Venezuela (con risultati positivi anche nella Copa Libertadores).


In quegli anni (chiamati ‘dorados’ dai suoi tifosi) il Deportivo Italia vinse quattro volte il titolo di Campione del Venezuela (1961, 1963, 1966 e 1972) e tre volte la Coppa Venezuela (1961,1962 e 1970). Inoltre fu secondo nel Campionato di Prima Divisione del Venezuela nel 1965, 1968, 1969, 1970 e 1971 e nella Coppa Venezuela nel 1976.


“Los azules” parteciparono anche alla Copa Libertadores in rappresentanza del Venezuela per ben sei volte (1964, 1966, 1967, 1969, 1971 e 1972). Nell’edizione del ‘64 furono la prima squadra venezolana ad accedere al secondo turno eliminatorio della Coppa dei Campioni del Sudamerica. Nella Coppa Libertadores del 1971 il Deportivo Italia fu addirittura capace di battere il Fluminense (Campione del Brasile) nello Stadio Maracana di Rio de Janeiro.


Il Deportivo Italchacao


Nell’agosto 1998 il Deportivo Italia – passato sotto il controllo della multinazionale italiana Parmalat – divenne Deportivo Italchacao Fútbol Club, S.A, mantenendo i colori, il logo e la storia della squadra degli ‘Azules’ in rappresentanza della comunità italiana residente in Venezuela. L’Italchacao vinse lo scudetto nel 1999 (espugnando lo stadio Pueblo Nuevo di San Cristóbal) e arrivò secondo l’anno successivo.


Dopo la crisi che scosse la Parmalat nel 2003 all’ItalChacao cominciò a mancare il sostegno e sprofondò in ‘Segunda División’. Con nuovi sponsor (subentrati alla Parmalat) nella stagione 2006-2007 la squadra tornò ad avere il suo nome originale di Deportivo Italia al posto di quello di ItalChacao.


Il ritorno alle origini


Nel 2007 la squadra riprese il nome storico di Deportivo Italia, sotto la direzione tecnica dell’argentino Raul Cavalieri e la Presidenza dell’Italo-venezolano Eligio Restifo. Nella stagione 2007-2008 si è classificata al quarto posto, ma nel campionato 2008-2009 si è rifatta sotto la giuda dell’italo-venezolano Eduardo Saragó, piazzandosi al secondo posto, perdendo la finale con il Caracas (con un risultato globale di 5-1), ma comunque classificandosi per la Libertadores dell’anno successivo.


In passato hanno indossato la maglia azzurra giocatori del calibro di Manuel Sanhouse, Gilberto Angelucci, Ailton Da Silva, Rubén Forestello, Giovanni Perez, Hector Pablo Bidoglio, Emilio Renteria ed Alejandro Cichero. Tra gli idoli della curva ci sono Alain Giroletti, Leopoldo Jimenez, Daniel Diez, Vicente Suanno e Cristian Cásseres.


Stadio


Durante l’Era D’Ambrosio il Deportivo Italia giocò sempre nello Stadio Olimpico di Caracas, ma con la crisi Parmalat l’ItalChacao fu costretto ad usare il meno dispendioso Stadio ‘Brigido Iriarte’, con capacità di soli 15,000 spettatori. Attualmente gioca nuovamente nell’Estadio Olimpico de la UCV, che ha una capacità di oltre 30,000 posti.

Fioravante de Simone