80 mila euro e tante responsabilità

80mila euro. Non sarà forse una cifra ragguardevole in Italia; sicuramente non riuscirà a soddisfare tutte le esigenze; ma, per gli abruzzesi meno fortunati del Venezuela, è senz’altro motivo di rinnovata speranza. La Fondazione Abruzzo Solidale ha vinto la sua battaglia. E ha finalmente ottenuto quei fondi che gli erano stati promessi prima, assegnati poi, ma consegnati mai. Il Consiglio Regionale degli Abruzzesi nel Mondo, quindi, ha reso giustizia. La sua, ad essere precisi e per “dare al Cesare quel che è del Cesare”, è stata una “ri-deliberazione”. Ed infatti, a chi ne conosce la storia, non può sfuggire che il denaro assegnato definitivamente dall’attuale Cram alla Fondazione Abruzzo Solidale – leggasi, 80 mila euro – era già stato stanziato con delibera dal Cram precedente, quello presieduto da Donato Di Matteo. Lo scandalo che, come uno tsunami, travolse la Giunta Regionale presieduta da Del Turco ha portato ad inevitabili ritardi, ritardi ormai non più giustificabili. Dunque, il denaro era lì. Era solo necessario sbloccarlo. Altri indugi, maggiori dilazioni avrebbero solo avuto una conseguenza inevitabile: che gli 80 mila euro fossero andati a residuo. Un danno incommensurabile. Un danno ed una beffa, visto anche che i tagli lineali ed ingiustificati prodotti da una “manovra” ingiusta hanno già obbligato il nostro Consolato ad una selezione odiosa tra i meno fortunati.


E’ stata una storia a lieto fine. E questo grazie alla caparbietà della Fondazione Abruzzo Solidale e all’interesse della Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Venezuela. Il Cram, quindi, ha reso giustizia. Ha deliberato, così come già fece quello presieduto dall’on. Di Matteo, con profondo senso di responsabilità e spirito di solidarietà. Era il meno che ci si poteva attendere. Ed ora la “patata bollente” passa nelle mani della Fondazione Abruzzo Solidale e del nostro associazionismo. Una responsabilità assai pesante. La gestione degli 80 mila euro, una somma che in Venezuela può ancora aiutare molto nonostante l’inflazione, è un onere che richiede assennatezza. Ora tutti i riflettori sono puntati sulla nostra comunità abruzzese. Ed infatti, la Regione Abruzzo e la Fondazione Abruzzo Solidale fanno da battistrada; stanno aprendo un nuovo cammino. Dipende dalla gestione adamantina ed onesta dei fondi il ripetersi di questa esperienza ancora il prossimo anno. Non solo. Anche la decisione di altre Regioni di allargarla ai propri corregionali. Insomma, come abbiamo già affermato su queste colonne, l’applicazione del Federalismo nell’ambito ristretto del nostro Macondo.


E’ necessario, quindi, archiviare rancori, malintesi, incomprensioni. La “Fondazione”, e le associazioni abruzzesi sparse in tutto il Venezuela, dovranno scommettere sul successo dell’iniziativa. Corre loro l’obbligo di lavorare per ottenerlo. Sarà tutt’altro che facile. Sarà indispensabile una buona dose di responsabilità e di maturità. Ma, siamo sicuri, il buon senso prevarrà su meschini interessi di parte.


Il cammino che la Fondazione Abruzzo Solidale si appresta a percorrere, se transitato con efficenza e trasparenza, potrà essere d’esempio ad altre associazioni. Queste potranno “batter cassa”, sicure di essere in grado di mostrare già una esperienza vincente. Certo, bussare non vuol dire entrare. Ma la speranza è sempre la stessa: trovare un referente sensibile alle nostre problematiche; referente preoccupato per le sorti dei corregionali all’estero, soprattutto di quelli che nella vita hanno avuto meno fortuna. Così, si schiudono altre vie, si aprono nuove speranze. E per il Consolato si presenta un’inattesa valvola di sfogo che aiuta a far fronte alle crescenti esigenze della Collettività ed a mitigare le gravi conseguenze dei tagli al capitolo di spesa destinato agli italiani all’estero; tagli che lo hanno obbligato ad essere più esigente nel selezionare chi aiutare tra chi già è stato oggetto di una grossa discriminazione ed umiliazione dalla vita.


La gestione degli 80 mila euro, vale la pena sottolinearlo, richiede un lavoro minuzioso ed attento. Un’opera da certosino. Sarà necessario trovare il giusto equilibrio nel coordinare gli sforzi della Fondazione, della Federazione e delle singole associazioni. Le principali preoccupazioni dovranno essere: evitare di destinare l’aiuto a chi già ne riceve da altre istituzioni e tutelare la privacy dell’assistito. Nel primo caso, si protegge il corregionale che non ha ancora ammortizzatori sociali. Nel secondo, invece, si tutela la sua dignità. Inoltre, si evita il clientelismo. Insomma, che ci sia chi, anche in buona fede, approfitti della disgrazia altrui. Purtroppo, inutile nascondercelo, nessuno può affermare che non sia già accaduto in passato. Fanno bene i consoli Davoli e Cavalieri a tutelare la privacy degli assistiti, evitando clientelismi, odiose strumentalizzazione a danno dei connazionali e privando taluni squallidi soggetti di quell’orticello che gli ha sempre dato un buon tornaconto al momento del bisogno.


A conti fatti, la Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Venezuela, le singole associazioni ma soprattutto la Fondazione Abruzzo Solidale, che ne è poi l’unico vero responsabile visto che ad essa è stata data la gestione degli 80 mila euro, dovranno dimostrare di essere all’altezza dei compiti delicati che oggi gli sono affidati.