Il Governo rischia la sfiducia Berlusconi teme i franchi tiratori

ROMA – Dopo la rottura Berlusconi-Fini, primo banco di prova per il governo il voto sulla mozione di sfiducia chiesta dall’opposizione per il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, che la Camera ha calendarizzato per domani. Mentre anche al Senato si è costituito il gruppo ‘Futuro e Libertà. Per l’Italia’, l’attenzione è tutta sull’opzione che le truppe di Fini sceglieranno tra le tre sul tavolo: astensione, un documento di censura più ‘soft’ della sfiducia, la plateale uscita dall’aula dei 33 finiani.


Berlusconi, racconta chi lo ha sentito, non nasconde la sua preoccupazione e si va convincendo che a lungo andare non si può reggere: meglio il voto in primavera, sarebbe il ragionamento di più di qualcuno nel Popolo della libertà. Il timore che serpeggia nel Pdl, e che anche la Lega ha prospettato al Cavaliere, è che spuntino franchi tiratori nella maggioranza, ‘cavalli di Troia’ pronti ad approfittare della prima occasione per mandare sotto l’esecutivo. Per questo il premier pretende che le presenze siano compatte e che il governo, con ministri e sottosegretari, sia presente al completo in questi delicati passaggi parlamentari.


Ancora Berlusconi non riesce a farsi una ragione del passaggio di alcuni dal Pdl a Fli e, raccontano fonti di maggioranza, resta incredulo davanti all’irriconoscenza di chi ha seguito Fini, dopo essere andato a Palazzo Grazioli a chiedere incarichi anche importanti. Prove d’intesa, intanto, tra Fli e Udc: è il capogruppo reggente di ‘Futuro e Libertà’, Giorgio Conte, a far volutamente trapelare la notizia di un incontro, questo pomeriggio, con il partito di Casini, alla ricerca di possibili convergenze.


Ma il capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto bolla come ‘’inaccettabile’’ il voto sulla sfiducia mentre ancora è in corso un procedimento giudiziario. E mette una pesante ipoteca sulle scelte che Fini definirà questa sera in una cena con i neonati gruppi, alla Fondazione Farefuturo.


– Prendiamo per buono il loro impegno a dare sostegno alla maggioranza – blinda il risultato Cicchitto.
Anche il ministro della Difesa e coordinatore del Pdl Ignazio La Russa garantisce che ‘’il governo non rischia’’, chiamando alla prova di coerenza i finiani che hanno sostenuto di voler continuare a sostenere l’esecutivo. L’opposizione prova ad incunearsi.


– I finiani faranno come riterranno – afferma il segretario del Pd, Pierluigi Bersani -, ma ogni voto in dissonanza, comunque calibrato, è una prima certificazione che la maggioranza è a dir poco nei guai.
Per l’IDV di Antonio Di Pietro sarebbe invece ‘’irresponsabile’’ l’astensione sulla mozione di sfiducia a Caliendo e si augura che ‘’tutti i gruppi, anche quello dei finiani, abbiano il coraggio delle proprie azioni’’.
Il sottosegretario indagato per l’inchiesta P3, Giacomo Caliendo, continua a lavorare mostrandosi sereno rispetto agli esiti del voto che lo riguarda e che è un passaggio assai delicato per l’esecutivo, dopo le fibrillazioni della maggioranza.
– Vedrete, faremo una bella cosa – crea attesa un finiano.


Nel frattempo, al Senato nasce il gruppo ‘Futuro e Libertà. Per l’Italia’.Nella cena di Farefuturo, intanto, Fini darà la lina ai suoi su Caliendo. Ma a via del Seminario si ragionerà anche sui nomi dei nuovi capigruppo di Fli. E’ possibile che la decisione non sia presa prima di settembre, per cercare una soluzione che non scontenti nessuno, lasciando intanto il timone in mano ai ‘reggenti’ Giorgio Conte, a Montecitorio, e Mario Baldassarri al Senato. I nomi più accreditati al momento sono quelli di Italo Bocchino (che ha dietro di sè la ‘forza’ di Generazione Italia) ma non sono esclusi Roberto Menia o Silvano Moffa, se dovesse passare nel gruppo una scelta di maggiore moderazione. Se avesse la meglio Bocchino a Montecitorio, al Senato potrebbe essere la volta di Pasquale Viespoli, che come Menia e Moffa si è speso invano per il dialogo con il Cavaliere.