Sellerio, una storia cominciata con Sciascia

ROMA – Elvira Giorgianni Sellerio era nata a Palermo il 18 maggio 1936 ed aveva 74 anni. Figlia di un prefetto, era laureata in giurisprudenza, cavaliere del lavoro, nel 1991 è stata insignita di una laurea honoris causa in Lettere dalla facoltà di magistero di Palermo. Ha cominciato a lavorare nell’ editoria nel 1970, fondando la casa editrice Sellerio che ha avuto tra i suoi autori Leonardo Sciascia e Gesualdo Bufalino.
Al forte rapporto con lo scomparso scrittore di Racalmuto si deve il successo di una ‘’scommessa’’: così la Sellerio ha più volte definito la sua ‘’pretesa’’ di lanciare da Palermo una casa editrice, che si propone come ‘’nazionale’’, scontando tutte le conseguenze di una localizzazione periferica.


Attraverso Bufalino la Sellerio è stata premiata con il Spercampiello nel 1981 per ‘Diceria dell’ untore’, il romanzo che ha fatto conoscere al grande pubblico lo scrittore di Comiso. Nel 1991 alla Sellerio è stato attribuito il premio ‘Marisa Belisario’.


La casa editrice ‘Sellerio’ si è segnalata per la sua collana di ‘’libretti’’ dalla caratteristica copertina in blu scuro che ripropongono testi apparentemente ‘’minori’’, che spaziano tra classico e moderno, ma di grande spessore culturale.


La Sellerio ha pubblicato tutti i libri di Andrea Camilleri che ha assicurato alla casa editrice un grandissimo successo. E’ stata anche membro del Cda della Rai nel 1993-1994 all’epoca dei ‘’professori’’.
La Sellerio ha anche pubblicato, con successo, ‘Inchiesta a Caracas’, il romanzo-reportage del nostro fondatore, Gaetano Bafile, che narra la storia di sette giovani emigrati siciliani coinvolti, loro malgrado, nelle trame della dittatura perezjimenista e trucidati dagli sbirri del regime. Una storia vera che venne ripresa anche dal premio Nobel colombiano, Gabriel García Márquez, con il quale Gaetano Bafile strinse amicizia durante i pochi anni in cui il famoso scrittore, «feliz e indocumentado», visse in Venezuela lavorando come giornalista presso la «Cadena Capriles».