La tragedia di Marcinelle 54 anni dopo Il mondo dell’emigrazione non dimentica

Una tragedia lunga 54 anni. L’anniversario dell’incendio scoppiato l’8 agosto 1956 nel Bois du Cazier a Marcinelle, in Belgio, dove persero la vita 262 minatori, di cui 136 italiani, non cessa di commuovere
l’opinione pubblica. Anche il mondo politico si mobilita e ricorda questo giorno a distanza di anni.
Nel mondo dell’emigrazione arriva la nota del segretario generale del Comitato tricolore per gli italiani nel
mondo Mirko Tremaglia.

L’ex ministro per gli italiani nel mondo non potrà partecipare alle celebrazioni che si terranno a Marcinelle a causa di una frattura al femore, ma ricorda di “aver voluto a tutti i costi che
questa data assurgesse, una volta per sempre, a emblema del sacrificio dei lavoratori italiani all’estero” introducendo nel 2001 “la Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo”.

“Le celebrazioni
che si terranno l’8 agosto in tutto il mondo – afferma Tremaglia – sono l’omaggio dell’Italia che non dimentica,
che ama e che stringe in un grande abbraccio i suoi figli sparsi in ogni parte del mondo”. Alle dichiarazioni
di Tremaglia fanno seguito anche quelle dei parlamentari eletti all’estero.

La deputata del Pd Laura Garavini parla dell’8 agosto 1956 come di un giorno “rimasto dolorosamente impresso nella memoria del nostro paese e delle comunità italiane all’estero. E’ ancora presente – dichiara la deputata – il dolore per quelle vittime che lasciarono la vita per il lavoro e per lo sviluppo economico, sociale e culturale dell’Europa”. “Bisogna rendere omaggio agli uomini che più di mezzo secolo fa persero la vita inghiottiti nella miniera
dove lavoravano – ha sottolineato la Garavini – ai loro familiari e a coloro che si impegnano anche oggi al
fine di tenere viva la memoria di quella strage. Anche oggi, a 54 anni dalla strage di Marcinelle, è doveroso
rinnovare la memoria di quei minatori che scelsero di emigrare cercando la possibilità di un’esistenza
migliore da dare ai propri figli, a se stessi e al proprio Paese.

La loro forza, il loro coraggio – ha proseguito la deputata democratica – è stato quello di tutti i nostri emigrati che sono stati capaci di costruire grandi opere, conquistandosi il rispetto e l’ammirazione del mondo intero. Le vittime di Marcinelle pagarono a caro prezzo quest’esperienza. Il loro sacrificio ha svegliato le coscienze costringendo l’Europa a riflettere sul diritto alla sicurezza sul lavoro.

Ed è il loro sacrificio – ha concluso – che ci impegna, tutt’oggi, a vigilare sulla salute e sulle condizioni di vita dei lavoratori italiani e stranieriin Italia e dei nostri connazionali all’estero”. Anche il collega Franco Narducci parla di “esempio dell’enorme sacrificio degli italiani nel mondo, deve servire anche a rinsaldare il legame tra le comunità che vivono all’estero e la madrepatria”. “Alla vigilia delle celebrazioni del 150esimo dell’Unità d’Italia, la tragedia di Marcinelle rappresenta un valore profondo e – ha sottolineato Narducci – richiama ciascuno di noi, come pure le istituzioni, le forze politiche e
sociali a un dovere fondamentale che è quello di proteggere la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, con
uno sguardo particolare a quello che capita oggi nel nostro Paese dove, nonostante i passi avanti compiuti
con i governi di centrosinistra, ancora permangono sacche di illegalità sui luoghi di lavoro che mettono
in pericolo la vita dei lavoratori stessi”.

“Il rintocco delle campane del Bois du Cazier – ha concluso
Narducci – risvegli le coscienze e ci proietti verso un rinnovato senso di responsabilità per la vita di
tutti”. E a distanza di 54 anni dalla tragedia chiede “verità” Nino Domenico Di Pietrantonio, presidente
dell’associazione Vittime del Bois du Cazier, che in questi giorni ha riaperto la discussione sui tanti aspetti
ancora poco chiari. “Vogliamo la verità – ha spiegato Di Pietrantonio – una verità che è rimasta sepolta con i
minatori morti, ma che è tempo di far emergere. Sono trascorsi oltre cinquanta anni da quei giorni e la storia
va scritta come in realtà accadde”.

Oggi pomeriggio a Marcinelle, nelle sale del museo del Bois du Cazier,
sarà proiettato il documentario del regista italiano Luca Vullo, “Dallo zolfo al carbone”, interamente
incentrato sulla tragedia della miniera belga. L’iniziativa, organizzata dal museo, in collaborazione con l’Istituto italiano di cultura di Bruxelles, inaugurerà la serie di eventi relativi alla commemorazione del tragico
incendio.