Eurostat, nel 2009 l’occupazione scende nell’Ue al 64,6 per cento

BRUXELLES – Cala il tasso di occupazione per la popolazione tra i 15 ed i 64 anni nei 27 Paesi dell’Unione Europea. Secondo i dati diffusi da Eurostat, nel 2009 il tasso è sceso al 64,6%, contro il 65,9% del 2008.
E, per la prima volta dal 2002, è diminuita anche l’occupazione femminile, scesa lo scorso anno al 58,6% contro il 59,1% dell’anno precedente.


Dagli stessi dati emerge invece che è aumentato il tasso di occupazione nella popolazione di età compresa tra i 55 ed i 64 anni, raggiungendo il 46%, contro il 45,6% del 2008 ed il 36,9% del 2002.
Per quanto riguarda il tasso di occupazione complessiva, in cima alla classifica c’è l’Olanda con il 77%, seguita da Danimarca (75,7%) e Svezia (72,2%). L’Italia si ferma al 57,5%, di cui il 68,6% uomini ed il 46,4% donne, una delle percentuali più basse tra i 27: fa peggio solo Malta, mentre il record è della Danimarca, con il 73,1%.


Lancia l’allarme occupazione anche l’Associazione artigiani e piccole imprese di Mestre (Cgia). Pil e produzione industriale aumentano ma nell’ultimo trimestre dell’anno potrebbero essere circa 70mila i posti di lavoro a rischio.


La Cgia prevede nel 2010 un calo degli occupati rispetto al 2009 di 181 mila unità. Un dato che porta a 561 mila i posti di lavoro bruciati negli ultimi 2 anni e che farà toccare quota 2 milioni 258 mila ai senza lavoro per un tasso di disoccupazione pari al 9%.


Nessun catastrofismo, però: “70.000 posti di lavoro a rischio in Italia sono un numero importante che però non offusca i segnali positivi registrati da alcuni indicatori economici che ci dicono che ci stiamo allontanando dalla fase più acuta della crisi”, dice Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre che ricorda come “da 4 anni il 4° trimestre registri per l’occupazione picchi negativi ben più significativi di quelli previsti nei prossimi mesi”.


A preoccupare, invece, è l’aumento degli inattivi, di coloro che hanno deciso di non cercare più attivamente un posto di lavoro. “Al 30 giugno di quest’anno, il tasso di inattività (nella fascia di età compresa tra i 15 e i 64 anni) ha toccato il 37,6%. In termini assoluti invece sono aumentati, rispetto al 2009, di 103.000 unità (pari al +0,7%), raggiungendo la quota assoluta di 14.876.000”, conclude Bortolussi.