Produzione industriale al top nel mese di giugno

Riparte il Pil nel secondo trimestre del 2010. Secondo le stime dell’Istat sale dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,1% rispetto al secondo trimestre del 2009. Il dato tendenziale mostra il rialzo più forte dal terzo trimestre del 2007. La crescita acquisita del prodotto interno lordo per il 2010 è pari a 0,8%. Notizie positive arrivano anche sul fronte della produzione industriale: è boom a giugno. Su base annuale c’è stato un progresso dell’8,2%, il risultato migliore dal dicembre del 2000.

Su base mensile si è registrato
un incremento dello 0,6%. A giugno gli indici destagionalizzati dei raggruppamenti principali di industrie registrano variazioni congiunturali positive per i beni strumentali (+2,3%), per i beni intermedi
(+0,9%) e per l’energia (+0,8%). L’unica variazione negativa ha riguardato i beni di consumo (-1,1%, con variazioni di -3,1% per i beni durevoli e di -0,8% per i beni non durevoli). La produzione di autoveicoli invece ha registrato un aumento del 7,5% rispetto allo stesso mese del 2009.

Nel primo semestre l’incremento è stato del 7,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (dati corretti per effetti di calendario). Per Adolfo Urso, viceministro allo Sviluppo economico, “quello di giugno per la produzione industriale è un
ottimo dato, un segnale incoraggiante merito essenzialmente dell’impennata del nostro export che ha saputo intercettare prima e meglio la nuova domanda estera”. Secondo la Cgil “i dati che si registrano, sia sull’andamento della produzione industriale sia sul Pil, dimostrano che c’è una tendenza positiva che non va interpretata come risolutiva dei problemi generati dalla crisi: è ancora enorme il divario da colmare”, afferma il segretario confederale, responsabile industria, Vincenzo Scudiere.

Per il segretario confederale della Cisl, Luigi Sbarra, i dati “pur confermando la tendenza al consolidamento della ripresa, segnano ancora una perdita di oltre 17 punti di produzione rispetto ai livelli di due anni fa e l’assenza di ricadute positive
sulla occupazione”.