Fidel riappare in pubblico dopo quattro anni

L’AVANA – Per la prima volta negli ultimi quattro anni, Fidel Castro è tornato ieri in parlamento all’Avana per tenere un discorso in cui ha negato implicitamente di voler riprendere le redini del potere.
Con indosso camicia e pantaloni verde oliva, ma senza i gradi militari di Comandante in Capo, l’ex presidente cubano è entrato in aula appoggiato al braccio di un assistente che lo aiutava a camminare. Al suo ingresso c’è stata una grande ovazione.

Poi Fidel, che il 13 agosto compirà 84 anni, ha pronunciato in piedi un discorso di 15 minuti sul pericolo di una guerra nucleare che a suo avviso potrebbe scoppiare se gli Stati Uniti attaccassero l’Iran o la Corea del Nord, argomento della sessione straordinaria dell’Assemblea nazionale (parlamento) da lui convocata.
Finito di parlare, Castro si è seduto sul suo seggio – più alto degli altri – ma non nel posto che occupava prima di aver ceduto il potere, nel 2006, che da allora è rimasto vuoto, accanto al fratello Raul, presidente del governo. Si è seduto invece nel posto che occupa normalmente il vicepresidente del parlamento, accanto al presidente dell’assemblea, Ricardo Alarcon.

Seduto, Fidel ha risposto per un’ora e mezza a domande e commenti dei deputati, a volte semplicemente con monosillabi a differenza di quanto faceva in passato, quando dava lunghissime risposte. Pochi metri dietro a lui c’era la moglie Dalia Soto del Valle, raramente vista in pubblico insieme a Fidel.

Raul Castro non ha parlato durante la sessione. Fidel Castro ha detto che dopo questa sessione parlamentare resterà “senza lavoro” e che il suo unico impegno è la pubblicazione della seconda parte di un suo libro sulla guerra nella Sierra Maestra nel 1958 contro Fulgencio Batista (1952-1958) dopo che questa settimana ha presentato la prima parte, “La vittoria strategica”.

Dopo quattro anni di assenza l’ex presidente era ricomparso il 7 luglio con diverse apparizioni pubbliche, le prime dopo aver ceduto il potere a Raul per motivi di salute. Fidel Castro ha ribadito la richiesta agli Stati Uniti di liberare i cinque agenti cubani incarcerati da 12 anni con l’accusa di spionaggio e ha indicato delle scadenze temporali: “Una settimana è troppo poco e dicembre è troppo”. L’ex presidente ha detto che, con la celebrazione di questa sessione parlamentare, contribuisce allo “sforzo di persuasione” in atto affinchè il presidente americano Barack Obama non compia l’attacco contro l’Iran o la Corea del Nord.