Cleri re nella 25 km di fondo

BALATONFURED (UNGHERIA) – Da Ostia al Lago Balaton, Valerio Cleri è sempre sulla cresta dell’onda. A un anno di distanza dal trionfo ai Mondiali di nuoto di Roma, lo squalo di Palestrina – che da antidivo qual è ama la montagna e raccogliere funghi nel bosco, ma nell’acqua riesce a mettere veramente il turbo – straccia ancora l’agguerrita concorrenza e si riporta a casa un’altra medaglia tutta d’oro, quella della 25 chilometri di fondo, per bagnare nel migliore dei modi i suoi già eccezionali Europei di Budapest.


Un’altra impresa quella di Cleri, che sale per la quarta volta sul podio dopo 70 chilometri di gare in 20 giorni e che per il nuoto azzurro significa la settima medaglia sul lago ungherese tanto, per entrare nella storia di questo sport. Tanta fatica e sacrificio da portare il campione italiano sul gradino più alto del podio dopo l’argento nella 10 chilometri, e per dimostrare per l’ennesima volta chi è il leader della squadra “più forte di sempre”, come piace ripetere al Ct Massimo Giuliani.

“Dopo i Mondiali a Roma nel 2009, mi sono allenato molto poco, per riprendere sul serio a febbraio. Ciò dimostra le mie capacità. Andrò avanti fino alle Olimpiadi di Londra nel 2012 e poi mi ritirero”, ha detto Cleri al termine dell’estenuante prova. Un mix esplosivo di tecnica, tenacia, coraggio e tattica: il 29enne romano di Palestrina, alla settima medaglia internazionale tra Mondiali ed Europei dal 2006, ha tenuto il passo del francese Bertrand Venturi, quinto a Roberval, fino ai 4500 metri, poi si è staccato chiudendo in solitario in 5h16’20, seguito da due transalpini: Valeri con un ritardo di 16”4 e Joanes Hedel di 2’19”3. Quarto, come a Roberval, il 22enne di Chiavari Edoardo Stochino (Nuotatori Genovesi, allenato da Cristiana Bruschi e Filippo Tassara), primo del gruppo degli inseguitori a 3’01”0; settimo il 26enne milanese Andrea Bondanini (Fiamme Oro/Geas Nuoto, allenato da Spompeo Sposato), 13º a Dubrovnik 2008, con un ritardo di 3’16”7.


Un bilancio per l’Italia da definire già storico (unito alla storica tripletta nella 5 chilometri a cronometro maschile con Luca Ferretti davanti a Simone Ercoli e Simone Ruffini; all’argento di Giorgia Consiglio nella 10 chilometri; e all’argento di Simone Ercoli, Simone Ruffini e Rachele Bruni nella 5 chilometri a squadre) ma ancora parziale, perché manca ancora la 25 chilometri femminile: mai l’Italia aveva conquistato oltre sei medaglie ad un Europeo, ciò che avvenne nel 2008 a Dubrovnik (3-1-2). Un risultato che porta a dire addirittura che ormai il lago Balaton è ‘casa Italia’, così come lo è stata due settimane fa Roberval. L’Italia campione del mondo è campione d’Europa. Un dominio che nasce da un progetto posto in atto dopo i Mondiali di Napoli 2006, che ha allargato la base di ricerca, esteso alle società coinvolte la programmazione federale a cui attenersi, mutuato i metodi di allenamento del nuoto con l’utilizzo sempre maggiore del cardiofrequenzimetro e con ausili tecnici per migliorare la tecnica e collegiali in altura; che ha introdotto i 3000 e 5000 metri in piscina nelle categorie giovanili per monitorare gli atleti più interessanti.