Scintille Fini-Premier, più vicini al voto

ROMA – Lo scontro tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi sembra subire una improvvisa accelerazione. Almeno questa è la convinzione che si ricava nel Pdl dopo l’ennesima presa di posizione su legalità e giustizia da parte del presidente della Camera. L’ex leader di An, alle prese con la vicenda della casa di Montecarlo, invita a rassegnarsi ”chi spera che in futuro sia costretto a desistere dal porre il tema della trasparenza e della legalità nella politica”. Parole che nel Popolo della libertà, interpretando il pensiero del Cavaliere – si ragiona – vengono lette come un ulteriore strappo.

– Ci si avvicina al voto – spiega il sottosegretario Francesco Giro commentando ”l’iperbolico giudizio politico su Berlusconi che viene additato come un modello negativo nella battaglia per la legalit ”.

Fini si riferirebbe proprio al presidente del Consiglio quando nella sua nota sulla casa di Montecarlo sottolinea che ”a differenza di altri non ha l’abitudine di strillare contro i magistrati comunisti…”. Segno che la tensione tra i due è ancora ai massimi livelli e che questa situazione sarebbe difficilmente ribaltabile al punto che, secondo Osvaldo Napoli, vicecapogruppo dei deputati del Pdl, ”il presidente della Camera ha deciso oggi di chiudere la verifica prima ancora di aprirla”. Verifica che dovrebbe basarsi su quattro punti del programma (giustizia, fisco, Sud e federalismo). Quattro punti ai quali Ignazio La Russa aggiunge l’immigrazione, prefigurando una ulteriore stretta agli ingressi.

Per il Popolo della libertà i temi contenuti nel documento a cui sta lavorando Berlusconi sono ”inemendabili”, ma i finiani aprono un nuovo fronte, quello dei temi etici. Intanto, il ministro degli Esteri Franco Frattini, impegnato in prima linea nel partito con la nuova esperienza di ‘Liberamente’, manda un chiaro avvertimento agli ‘alleati’ di Futuro e libertà: chi cerca ”nuove alleanze con quanti hanno perso le elezioni è politicamente golpista”.

Il responsabile della Farnesina spiega che giustizia, fisco, federalismo e Sud fanno parte del programma di governo e ne auspica la condivisibilità ma se c’è la volontà di ”rimangiarsi il programma” l’alternativa è il voto.

In Fli le parole di Frattini suonano come ”una sfida”. Benedetto Della Vedova, vicecapogruppo alla Camera, pur ribadendo che ”non vi è ragione per le elezioni anticipate”, rimarca che ”i quattro punti programmatici vanno scelti e scritti da tutte le componenti di maggioranza”. Anzi, ”su temi che investono la responsabilità istituzionale” sono auspicabili ”nuove convergenze anche con forze di opposizione”.

Difficile che queste convergenze tra Pdl e Fli si possano trovare sui temi etici che Della Vedova rilancia: in primis ”una legge civile sulle coppie di fatto anche gay” e poi la proposta ”condivisa da Fini” di ”un disarmo bilaterale” sul biotestamento sul quale ”il Pdl ha prodotto solo proposte confessionali”. Il finiano auspica anche di modificare la legge 40 sulla fecondazione assistita. Insomma, come pronosticato dal leader della Lega Nord, Umberto Bossi, la ”mediazione tra Fini e Berlusconi è difficile”.Tanto da far dire al Senatur: ”Elezioni? Non lo so, Si possono fare anche a novembre”.