India, anche un cittadino italiano tra le vittime delle inondazioni

PECHINO – C’è anche un italiano tra le vittime delle alluvioni che hanno colpito il Kashmir indiano, provocando la morte di almeno 165 persone e circa 400 dispersi. Si tratta di Riccardo Pitton, giovane torinese in vacanza, che ufficialmente risulta ancora “disperso” (non essendo stato ritrovato il corpo), ed è nella lista delle persone decedute diffusa da fonti indiane. La Farnesina conferma il suo nome tra i dispersi per i quali ci «sono consistenti informazioni» che sia tra le vittime. Oggi proseguiranno, anche con l’ausilio di elicotteri, le ricerche per ritrovare il corpo.


‘’L’Unità di Crisi della Farnesina con l’Ambasciata a New Delhi – recita la nota – hanno consistenti informazioni circa l’esistenza di una vittima italiana e sono già in contatto con i familiari”. La Farnesina precisa comunque che “da accertamenti condotti in loco si è verificato che non sono presenti stranieri nell’ospedale di Leh”.
Per ora di certo c’è la testimonianza degli amici che stavano facendo trekking con lui: “Era dietro di noi, l’abbiamo visto portare via dal fango”. E poi “più nulla”. Pitton, studente di medicina piemontese è stato travolto giovedì scorso da un fiume in piena nei pressi di Skiu, una località di una sperduta vallata a sud di Leh. Sono stati i due amici, sopravissuti alla tragedia, a dare l’allarme e a raccontare la loro rocambolesca fuga dalla vallata. Oltre a lui si teme siano scomparsi nella stessa zona anche altri tre stranieri tra cui un francese e un romeno.


Difficile la situazione di alcuni gruppi di turisti, alcuni italiani, bloccati dal fango: nella regione himalayana si trovano ancora intrappolati otto italiani, quattro uomini e quattro donne, secondo una lista ufficiale fornita ieri dal governo indiano. Sette di loro si trovano a Pang, insieme a un gruppo di altri 69 escursionisti. Per loro si sta cercando di effettuare il trasferimento. Un’altra italiana è a Biamah Batalik, insieme a una comitiva di turisti. Non è chiaro quando potranno essere portati in salvo dagli elicotteri militari. Un altra comitiva di 7 persone è stata invece portata da Pang in una località più a valle, in attesa di essere trasferita a Delhi.

Secondo la Farnesina, sono invece stati rintracciati gli altri connazionali, si pensa siano circa 200, che si trovano a Leh o in posti al sicuro in attesa di tornare a New Delhi per poi essere rimpatriati. E alcuni di loro sono già riusciti a lasciare la regione come nel caso di Patrizia Caiffa, giornalista italiana, che ha raccontato l’odissea vissuta negli ultimi giorni sottolineando la gravissime condizioni in cui versa la popolazione locale.


Più in generale sulle alluvioni in India e Pakistan, la Farnesina “rende noto che Gianluca Brusco, funzionario diplomatico dell’Ambasciata d’Italia a New Delhi inviato nella città di Leh, si sta adoperando da due giorni presso le autorità militari e civili indiane per facilitare localizzazione e recupero di turisti italiani che si trovano nella regione del Ladakh”.


“Le autorità indiane – dice il capo dell’unità di crisi Fabrizio Romano – ci hanno detto che tutti gli altri stranieri sono in salvo. Tuttavia, finché non avremo trovato riscontri esatti non possiamo dare niente per scontato”. Comunque, spiega, sempre sulla base di quanto dichiarato dalle autorità indiane, la situazione sembra stia “tornando lentamente alla normalità”. Non manca un “appello a coloro che siano rientrati, o che sappiano di amici o conoscenti che abbiano lasciato l’area colpita a segnalarlo perché è un’informazione preziosa”. Romano sottolinea gli sforzi della Farnesina e del funzionario Gianluca Brusco che “si sta coordinando con i colleghi degli altri paesi Ue per far defluire gli europei, istituendo all’occorrenza anche voli aggiuntivi” dall’area colpita. Ricercare e rintracciare tutti gli italiani non è semplice, comunque. “La cooperazione con le autorità indiane è buona – dice – ma la situazione resta molto complicata per la logistica e le grandi difficoltà di comunicazione”.


Flagellato dalle alluvioni anche il Pakistan, alle prese con uno dei disastri umanitari più drammatici di questi anni. Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha annunciato che lancerà un appello a donazioni per varie centinaia di milioni di dollari.
Resta drammatica la situazione anche in Cina. Secondo l’agenzia cinese Xinhua, i morti ritrovati sono 702, mentre i dispersi sono 1.042.