F. Cristiana: “Vuoto di leadership” Bossi: “Scemi e ignoranti”

CITTA’ DEL VATICANO – “Un Paese maturo, che deve mirare allo sviluppo e alla pacifica convivenza dei cittadini, non può continuare con uomini che hanno scelto la politica per ‘sistemare’ sé stessi e le proprie ‘pendenze’”. E’ un giudizio tranciante, senza mezzi termini, quello con cui Famiglia Cristiana irrompe nel dibattito politico, puntando il dito contro il “vuoto di leadership” e “l’assenza in Italia di una classe dirigente all’altezza della situazione”.


Famiglia Cristiana se la prende anche con un ‘federalismo’ che sa di secessione ed è senza anima e solidarietà, facendo scattare la dura reazione del leader della Lega Umberto Bossi.
– Chi ha scritto ciò è scemo e ignorante – ha replicato il Senatur.


Nel ‘Primo piano’ del nuovo numero, il settimanale cattolico se la prende non solo con la politica che “non svolge la funzione che dovrebbe competerle”, ma anche con le “analoghe carenze” del mondo imprenditoriale e della società civile.


“Mancano persone capaci di offrire alla nazione obiettivi condivisi. E condivisibili”, scandisce Famiglia Cristiana. “Non esistono programmi di medio e lungo termine. Non emerge un’idea di bene comune, che permetta di superare divisioni e interessi di parte. Se non personali”.


Di fronte a questo, per il settimanale, “l’opinione pubblica, sebbene narcotizzata dalle tv, è disgustata dallo spettacolo poco edificante che, quasi ogni giorno, ci viene offerto da una classe politica che litiga su tutto. Lontana dalla gente e impotente a risolvere i gravi problemi del Paese”.


Famiglia Cristiana ricorda anche la richiesta della Chiesa di “uomini nuovi” e l’appello lanciato da Papa e vescovi, “Giovani politici cattolici cercansi”, per invitare i credenti più impegnati “a misurarsi con il destino della nazione”, con la coscienza, da parte della comunità ecclesiale, che “anche il mondo cattolico deve fare la sua parte. E assumersi di più i ruoli che contano”.


L’affondo del settimanale ha scatenato una serie di reazioni – di vario segno – da parte del mondo politico. Il ministro per l’Attuazione del programma Gianfranco Rotondi parla di una vera e propria “militanza” di “alcuni editorialisti” di Famiglia Cristiana “contro Berlusconi, reo, come la gran parte dei dc, di essere un cattolico non di sinistra”.


Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi rivendica il buon lavoro del governo, specie su temi ‘sensibili’ come la famiglia, la bioetica, la lotta alla droga, l’immigrazione, “malgrado gli insulti settimanali di Famiglia Cristiana”. Per il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro, Famiglia Cristiana ormai è addirittura “portavoce del disfattismo nazionale”.
– Critica sempre – spiega – e non propone nulla.


Sul fronte opposto, la presidente dell’Assemblea del Pd Rosy Bindi dice di “condividere un giudizio severo”, ma invita a non “mettere tutti sullo stesso piano”, perchè “ci sono responsabilità precise”. Per il presidente dei senatori dell’Idv, Felice Belisario, quella di Famiglia Cristiana e una “bocciatura sonora per chi, al governo del Paese da due anni e con una maggioranza solidissima, sta portando l’Italia in rovina sia dal punto di vista etico che economico”.
Condivisione delle preoccupazioni espresse dal settimanale dei Paolini viene anche dal capogruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi.