“I beni della Chiesa al servizio dei poveri e dei bisognosi”

GENOVA – I beni della Chiesa non sono fini a sé stessi ma sono al servizio della comunità cristiana e dei poveri e dei bisognosi: ad affermarlo, ieri mattina, l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco nell’omelia pronunciata durante la Messa celebrata in occasione della festa di San Lorenzo, patrono della Cattedrale di Genova, che nel terzo secolo non cedette agli ordini dell’imperatore Valeriano di confiscare i beni della Chiesa pena la morte ma consegnò tutto ai poveri presentandoli all’imperatore con la frase “ecco i tesori della Chiesa”.


“La mentalità del mondo – ha affermato il porporato – non sempre riesce a comprendere che i beni della Chiesa non sono per sé ma per la vita della comunità e, soprattutto, per i poveri e i bisognosi”. “Anche nel contesto attuale – ha proseguito il cardinale -, per le note ragioni, la presenza e l’opera di sostegno delle comunità ecclesiali sono capillari ed evidenti, aperti a tutti senza distinzioni. Creano quella rete di solidarietà e di pronto intervento destinata a rispondere a bisogni urgenti e concreti, puntando sempre, per quanto possibile, ad accompagnare verso la soluzione radicale dei problemi e verso l’autonomia delle persone”.


“La cultura contemporanea a volte fa difficoltà a generare bellezza” e la bellezza “solleva l’anima, purifica i sentimenti, provoca domande, riporta alla nostra origine ed anticipa il Cielo”: ad affermarlo l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, nell’omelia che ha pronunciato durante la Messa celebrata questa mattina per la festa di San Lorenzo patrono della Cattedrale di Genova.

Parlando dei beni e dei ‘tesori’ della Chiesa, il porporato ha affermato: “Non dobbiamo dimenticare che la grande parte del patrimonio della Chiesa è di tipo artistico, storico e culturale e come tale a disposizione di tutta l’umanità come universale tesoro di bellezza e di fede”.


“Noi moderni – ha aggiunto – dovremmo entrare di più nel mondo del bello creato dalla fede, lasciarci maggiormente prendere dal fascino dell’arte cristiana, perché il nostro spirito sia purificato dalle brutture e dalle oscurità interiori, e così intravvedere la luce di Dio”.