Fidel: “Obama, solo fortuna se non l’hanno ancora ucciso”

L’AVANA – L’ex presidente cubano Fidel Castro è tornato ad avvertire che il presidente americano Barack Obama potrebbe essere ucciso: “Il fatto che non sia stato gia ucciso è una questione di fortuna”. Lo ha detto in un’intervista all’Avana di un ora e mezzo a giornalisti venezuelani dell’emittente Telesur trasmessa dalla tv cubana, nella quale ha anche affermato che il suo ruolo a Cuba è solo quello di consigliare il governo del fratello Raul: “I compagni non sono persone che devo pilotare io, quello che voglio è che pensino con la propria testa”.


“Potrebbero uccidere Obama, ma non credo che lo faranno adesso. Comunque dovrebbe proteggersi. E lui sa avere cura di se. La gente che ha scelto per la sua sicurezza sono veri professionisti. A quelli nessuno li corrompe”, ha affermato Fidel.


Gli americani invece “non possono più avere il controllo dei loro segreti”, ha sottolineato Fidel in riferimento ai documenti segreti degli Stati Uniti sulla guerra in Afghanistan pubblicati sul sito Wikileaks. “Bisogna fare una statua a Wikileaks”, ha detto Castro.


Da quando Obama era candidato alla presidenza degli Usa il ‘Lider Maximo’ ha sempre avvertito di una morte tragica di Obama come quella di Martin Luther King. Questo perché gli americani sono, dice, molto razzisti, e i milioni di bianchi non si riconciliano con l’idea che un afroamericano sia arrivato alla Casa Bianca, “che si chiama proprio cosi, Bianca”.


Castro ha detto nell’intervista che Obama “africano figlio di musulmano è arrivato alla presidenza degli Stati Uniti a causa di una crisi economica colossale e di una guerra stupida in cui non fanno altro che arrivare cadaveri dall’Iraq”. L’ex presidente cubano ha ribadito la sua richiesta a Obama di evitare una guerra nucleare contro l’Iran e si è detto ottimista.


“Sono ottimista perché Obama non è cinico come Nixon, non è un gran ignorante come lo era Reagan, non è un imbecille pazzo come Bush e non è un ipocrita come il padre di Bush”, ha detto.
Per Castro il presidente americano, di cui ha sempre detto che è intelligente, non è neanche come Roosevelt o Carter “ma è meglio di loro due per un caso di eccezione: è un uomo nero che arriva alla presidenza degli Usa”.


L’ex presidente cubano ha parlato anche del conflitto tra la Colombia e il Venezuela. Secondo lui “non esiste alcuna possibilità di un attacco della Colombia contro il Venezuela” perché “non le conviene, non può, non vuole e perché sa che le conseguenze sarebbero disastrose”.


L’ex presidente cubano, che venerdì compirà 84 anni, è ricomparso in pubblico il 7 luglio dopo quattro anni di assenza a causa di una grave malattia. In questo mese ha incontrato diversi esponenti della società, ha presentato un suo libro sulla lotta nella Sierra Maestra nel 1958 e domenica ha parlato sul pericolo e le conseguenze di una guerra nucleare in una sessione straordinaria in parlamento.