Progetto Bollate, due evasi Uno lascia lettera di scuse

MILANO – E’ caccia a due detenuti che ieri mattina, alle 9.30, sono evasi dal carcere milanese di Bollate. Si tratta di Pasquale Pagana, 35enne condannato per rapina, e di Pasquale Romeo, anche lui 35enne, accusato di tentato omicidio.

I due, addetti alle pulizie della caserma della casa di reclusione, non hanno dovuto far altro che aprire la porta ‘antisbarramento’ e scavalcare una rete. L’allarme è scattato immediatamente ma i due, con problemi di tossicodipendenza, sono riusciti a bloccare un automobilista. Lo hanno costretto a scendere dalla macchina e si sono allontanati a tutta velocità.


Il 35enne napoletano, da un anno impiegato come addetto alle pulizie, ha lasciato una lettera di scuse. Entrambi a fine pena, nel 2012 e nel 2013, avrebbero potuto usufruire a breve della libertà ‘anticipata’. Quella di stamane è “l’ennesima evasione (nel 2010 sono già 13 i detenuti evasi in Italia, quattro in Lombardia)’’ sottolinea Uil Pa Penitenziari.


E sull’episodio è intervenuto anche il Sappe, il sindacato autonomo polizia penitenziaria. Per il segretario Donato Capece, pur essendo grave, ‘’non può intaccare la positiva funzionalità del progetto Bollate, impostato concretamente sul dettato costituzionale della rieducazione del reo che vuole la pena funzionale appunto alla rieducazione’’. Per questo motivo, sottolinea Capece, “si impone con urgenza l’esigenza di definire quanto prima i circuiti penitenziari differenziati. Non è possibile oggi avere in un carcere e spesso anche nella stessa cella delinquenti dai diversi gradi di pericolosità: dai criminali incalliti al tossicodipendente. In questa direzione, c’è una soluzione alternativa per l’edilizia penitenziaria ed è il progetto del sistema modulare’’.