Allarme deficit Wall Street affonda

NEW YORK – Wall Street affonda dopo l’allarme della Fed sull’economia, rafforzato dai dati sul deficit commerciale americano, schizzato ai massimi degli ultimi 21 mesi, e dai timori che di un rallentamento della locomotiva cinese.


Il Dow Jones perde il 2,18 per cento a 10.412,47 punti con tutti i 30 titoli in negativo. Caterpillar cede il 3,2 per cento, Alcoa il 5 per cento e Boeing il 5 per cento. Il Nasdaq cede il 2,95 per cento a 2.210,14 punti, con Advanced Micro Devices che arretra del 5,3 per cento e Intel del 2,2 per cento. Lo S&P 500 perde il 2,62 per cento a 1.091,68 punti, con solo sei fra i titoli quotati in progresso. Avanza Macy’s, +4 per cento, dopo aver annunciato utili e ricavi oltre le attese.


Il deficit commerciale americano è salito in giugno del 19 per cento a 49,9 miliardi di dollari, il livello più alto dall’ottobre 2008. Le esportazioni sono scese dell’1,3 per cento mentre le importazioni sono salite del 3 per cento.


La metà del disavanzo è imputabile alla Cina, nei confronti della quale gli Stati Uniti vantano un rosso di 26,2 miliardi di dollari. Le importazioni dalla Cina sono aumentate in giugno del 13,2 per cento. Il dato negativo del deficit commerciale comporterà – affermano gli analisti – una revisione al ribasso del pil del secondo trimestre. La fuga degli investitori dalla borsa è scattata con le parole della Fed, che ha constatato un rallentamento della ripresa economica e ha annunciato che, a sostegno dell’economia, reinvestirà i proventi dei titoli in portafoglio legati ai mutui in Titolo del Tesoro americano a lungo termine.


– L’incertezza è molto elevata. Con la stagione delle trimestrali alle spalle, gli investitori si muovono a seconda dei dati congiunturali che, finora, non sono risultati positivi – spiegano alcuni analisti, precisando che ‘’tutti sono consapevoli che i rischi sulla ripresa sono aumentati’’.


Ad alimentare i timori degli investitori sono anche i dati provenienti dall’Europa dove la Banca d’Inghilterra ha tagliato le stime di crescita alla luce della stretta del credito da parte delle banche e dell’incerta ripresa americane ed europea. Dati che indicano un rallentamento della ripresa giungono anche dalla Cina che, pur restando l’economia più forte al mondo, registra un calo della produzione, delle vendite al dettaglio, degli investimenti in fixed asset e nel credito bancario.