Quasi 500 mila richieste di sussidio

MILANO – Nella prima settimana di agosto le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono aumentate a 484.000, con un incremento di 2 mila unità. Lo riporta il Dipartimento del lavoro. Le previsioni erano per un calo a 465 mila dal precedente 479 mila, che è stato rivisto ieri a 482 mila.


Il dato incide negativamente su Wall Street che parte in ribasso. Il Dow Jones, dopo le prime battute, si assesta su un calo dello 0,76 per cento a 10.300,12 punti. Perdono inizialmente terreno anche gli indici europei dopo la pubblicazione dei dati Usa, ma poi migliorano sulla scia di Wall Street che riduce le perdite a -0,30 per cento a 10.347,69 dopo un minimo di 10.268,71 punti.


Intanto un rapporto dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) presentato ieri nella città di Ginevra rileva che la crisi economica nel 2009 ha prodotto un record nella disoccupazione giovanile in tutto il mondo. In molti mercati la situazione sta migliorando quest’anno, secondo l’economista Sara Elder, ma la mancanza di lavoro nelle persone di età compresa tra 15 e 24 anni ha raggiunto il livello storico di 81 milioni, 7,8 milioni in più rispetto al 2007. La quota globale sale al 13 per cento.


“Gli effetti della crisi sono stati enormi”, sottolinea il Rapporto ILO ed esiste un pericolo per una “generazione perduta”. Dai risultati della Survey of Professional Forecasters (Spf) per il terzo trimestre del 2010 pubblicati sul bollettino mensile della Bce emerge che le aspettative sul tasso di disoccupazione sono state riviste al ribasso di 0,2 punti percentuali per il 2010 e di 0,1 punti percentuali per il 2011 e si collocano rispettivamente al 10,1 e al 10,2 per cento. Per il 2012 esse si situano ora al 9,8 per cento. I rischi complessivi per le aspettative a breve e medio termine, si rileva, ‘’sono considerati orientati al rialzo.


Le aspettative sul tasso di disoccupazione a più lungo termine (per il 2015) sono state riviste leggermente al ribasso, di 0,1 punti percentuali, all’8,4 per cento, ma nel complesso i rischi per le prospettive di più lungo periodo sono ritenuti ancora al rialzo’’.