Wikileaks, presto nuovi documenti top secret. Ma censurati

ROMA – Saranno pubblicati tra qualche settimana da Wikileaks i restanti 15 mila documenti riservati sulla guerra in Aghanistan, ma censurati. Lo ha detto il fondatore del sito internet Wikileaks, Julian Assange.
Dopo l’annuncio delle nuove pubblicazioni sul portale, il Pentagono ha rinnovato le pressioni sul sito affinché non diffonda i nuovi file riservati sulla guerra in Afghanistan. Secondo la Difesa americana, infatti, i documenti potrebbero mettere a rischio la vita di molti soldati impegnati nelle operazioni in Afghanistan, ben più di quanto abbiano fatto i precedenti.


‘’Speriamo ancora che Wikileaks non pubblichi quei documenti, perché metterebbero a rischio nuove vite’’, ha detto il colonnello David Lapan, portavoce del Pentagono.


Nel corso di un dibattito organizzato dal Frontline Club a Londra, Assange ha però comunicato che avrebbe mantenuto l’impegno di pubblicare anche quei documenti che si riferiscono, in gran parte, ad operazioni del 2010. “Siamo a metà del lavoro” ha affermato, aggiungendo che stanno “verificando riga per riga” tutti i documenti rimanenti.


Dopo la pubblicazione dei cosiddetti diari della guerra, 92mila rapporti riservati dell’esercito Usa in Afghanistan, Wikileaks ha iniziato a ricevere forti critiche anche da quelli che prima erano suoi sostenitori. Prima cinque ong – tra cui Amnesty International – hanno chiesto di cancellare dai rapporti i nomi dei civili afghani, la cui incolumità è stata messa a rischio dalla pubblicazione dei documenti. Nei giorni scorsi si è fatta sentire anche Reporter senza frontiere, ha attaccato duramente il sito diretto da Julian Assange, parlando di “comportamento irresponsabile”.


Il Pentagono, dopo la pubblicazione i dei 77mila documenti segreti, gli “Afghan War Diary, 2004-2010”, aveva detto che la diffusione di questi ultimi sarebbe stato un atto di “irresponsabilità”. Pare allora che Assange abbia colto l’invito rivoltogli da Amnesty International e Report Sans Frontier di censurare i nomi delle persone citate dai documenti, per non mettere in pericolo informatori, agenti infiltrati o civili che collaborano in zone di guerra come l’Afghanistan.


Julian Assange assicura quindi che tutti “i nomi delle persone innocenti che rischiano di esporsi a minacce significative” saranno protetti.