Cei: difesa interessi personali blocca ricerca bene comune

CITTA’ DEL VATICANO – Il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, parlando di «gestione della cosa pubblica», punta il dito contro «la lotta a difesa di interessi personali o di gruppo», in particolare quando essa «si trasforma in uno scontro di veti incrociati che paralizzano la ricerca del bene comune». Il duro monito del numero due della Cei è in un suo editoriale pubblicato oggi da Avvenire sul significato dell’odierna celebrazione dell’Assunta.

Secondo Crociata, oggi «impera un pensiero unico, pervasivamente diffuso dalla cultura della comunicazione nel suo intreccio con le esigenze del mercato e del consumo». Una «deriva», la chiama il segretario generale della Cei, riconoscibile nel «circolo vizioso della smania di evasione, di piacere, di divertimento a tutti i costi, noncuranti dei drammi che si consumano dietro l’angolo».

«Analogamente avviene – avverte mons. Crociata – quando, nella gestione della cosa pubblica, la lotta a difesa di interessi personali o di gruppo, si trasforma in uno scontro di veti incrociati che paralizzano la ricerca del bene comune». O quando, aggiunge, «nell’esercizio di una responsabilità o nell’espletamento di un compito all’interno di un’organizzazione sociale, il sottrarsi al proprio dovere vanifica prestazioni e servizi attesi e sperati». Tutti segnali di un «andazzo» che rende «irrespirabile la convivenza».

Per «uscire da tale situazione», secondo Crociata, «non bastano tecniche e programmi, peraltro necessari». «Ci vogliono persone rinnovate», sottolinea il segretario generale della Cei, citando poi quanto «ci ricorda Benedetto XVI: ‘Lo sviluppo e’ impossibile senza uomini retti, senza operatori economici e uomini politici che vivano fortemente nelle loro coscienze l’appello del bene comune».