I talebani chiedono un’indagine sulle vittime civili

KABUL – I talebani hanno chiesto di avviare un’indagine congiunta insieme a Onu, Nato e altri organismi internazionali. In un comunicato gli ‘studenti di Dio’ propongono di “formare una commissione per valutare la questione e condurre indagini sulle vittime civili nel Paese”.

Secondo il comunicato, l’indagine dovrebbe includere rappresentanti dei talibani (che si definiscono ‘Emirato islamico dell’Afghanistan), forze Nato, esponenti dell’Organizzazione della conferenza islamica, e organizzazioni Onu impegnate sui diritti umani.

La proposta giunge dopo che un recente rapporto Onu ha accusato i talebani di essere responsabili del 76% delle vittimi civili. I talebani nel comunicato hanno duramente respinto le accuse, bollandole di “propaganda occidentale”. Secondo la nota, una commissione di indagine dovrebbe “avere mano libera di esaminare le aree e le persone colpite per raccogliere informazioni, fatti e cifre precisi e diffonderli nel mondo”.

Ieri cinque civili sono rimasti uccisi e 20 feriti per l’esplosione di una bomba nel corso di un funerale a Sangin, nella provincia di Helmand, nel sud dell’Afghanistan. Lo ha reso noto Daud Ahmadi, un portavoce del governo, il quale ha precisato che l’esplosione è avvenuta ieri nel corso di un funerale di una donna.

Intanto, oggi il segretario americano alla Difesa Usa, Robert Gates, ha ribadito che il ritiro comincerà come previsto nel luglio 2011, dopo che il comandante della Nato sul campo, generale David Petraeus, aveva lasciato intendere che i tempi potrebbero invece allungarsi. “Nessuno pone in dubbio che inizieremo a ridurrre le truppe nel luglio 2011”, ha detto il capo del Pentagono al Los Angeles Times.