I boliviani festeggiano la Vergine di Urkupiña

BERGAMO – Domenica numerosi boliviani sono arrivati fino all’altare della Vergine di Urkupiña a Bergamo per chiedere che si risolvessero i problemi di migliaia di famiglie. Hanno pregato tutti insieme per ottenere il permesso di Soggiorno tanto anelato.


Alla festa dei ritmi del Tinku hanno partecipato oltre a boliviani, latinoamericani e italiani, dodici fraternità. Più di una persona di Cochabamba ha assicurato che mancavano solo le pietre della montagna di Cota per eguagliare la festa gemella di Quillacollo.


“Vergine adorata per favore dammi il permesso di Soggiorno per uscire dalla clandestinità, smettere di avere paura della polizia e potere reclamare i miei diritti come lavoratore”. Questo il desiderio di Gustavo Velarde, un ragazzo di 27 anni di Cochabamba, irregolare da 4 anni in Europa e con tutte le carte da tempo inserite nel sistema per la regolarizzazione degli immigrati.


Velarde come molti boliviani in Italia fa un lavoro pericoloso: rende impermeabili i tetti. Il datore di lavoro lo paga ad ore e non arriva a fine mese al valore dello stipendio minimo.
Il ragazzo insieme a sua moglie, Libia Bustamante, anche lei clandestina in Europa, hanno chiesto in ginoccchio il miracolo: ottenere il permesso di soggiorno.


“L’anno scorso sono diventata devota della vergine di Urkupiña. Per molto tempo non avevo trovato lavoro e un mese dopo aver pregato per la Vergine avevo un posto. Per questo oggi ballo con tanta allegria” ha detto Nohelia Mejía, una delle ballerine del gruppo Caporales Kimsa creato appositamente quest’anno.
Suo marito, Giordano Urdaneta, venezolano, è uno dei tanti stranieri devoto della Vergine di Urkupiña:
“Io prima non credevo, ma dopo che la Vergine ha trovato un posto di lavoro per mia moglie abbiamo deciso di ringraziarla. Le abbiamo chiesto anche che ci dia salute e benessere per la nostra famiglia e tutta la comunità latinoamericana”.


La festa è stata organizzata dal Gruppo della comunità boliviana, il Consolato della Bolvia a Bergamo, la Parrocchia Santa Rosa di Lima, l’Ambasciata della Bolivia in Italia e le Associazioni folcloriche, sportive e imprenditoriali. Le ballarine sono venute da Torino, Genova e Milano.