Pdl: “Nessuno forza Napolitano ma no a manovre di Palazzo”

PORTO ROTONDO – Nessuna volontà di “forzare la mano” al presidente della Repubblica, ma l’attuale bipolarismo non consente la formazione di governi tecnici sorretti da maggioranze alternative.
I capigruppo del Pdl nei due rami del Parlamento, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, tornano con queste parole sulla piccata nota di Giorgio Napolitano in risposta al deputato pidiellino Maurizio Bianconi, che aveva accusato il presidente di “tradire” la Costituzione.

“Nessuno sta forzando e nemmeno pensa di forzare la mano”, scrivono i due dirigenti pidiellini in un comunicato congiunto, “ma è indubbio che nel nostro sistema bipolare i cittadini trovino sulla scheda anche il nome del premier”. Insomma, per Cicchitto e Gasparri, “ipotizzare governi tecnici o di transizione senza consenso elettorale sarebbe vista come una manovra di palazzo lontana dal mandato del popolo”.
Ecco perché, ribadiscono i due, ove il “tentativo di riprendere con incisività l’azione di governo” attraverso un accordo con i finiani su 4-5 punti programmatici fallisse “la soluzione dovrà essere quella di ricorrere alle urne”.

Parole che confermano come Silvio Berlusconi non intenda retrocedere di un millimetro dalla linea dettata l’altro ieri: toni bassi e nessuna volontà di polemizzare con il Colle, ma allo stesso tempo la necessità di tenere la barra dritta sul ‘no’ a qualsiasi soluzione alternativa alle urne in caso di crisi.
Il motivo resta quello di non vedersi spuntare l’unica arma per strappare truppe a Gianfranco Fini: lo spauracchio del voto, appunto. Allo stesso tempo, resta l’esigenza di non “esacerbare” i rapporti con il Quirinale.

Come ha spiegato Umberto Bossi: “Napolitano sta bene dove sta: abbiamo bisogno di un presidente che non sia contro di noi”. Ma nonostante i tentativi di Gianni Letta (che lunedì ha contattato il Colle), sembra che al Quirinale si aspettassero qualcosa di più. Magari un gesto distensivo e pubblico dello stesso Berlusconi.
Intanto, la reazione dell’opposizione non si fa attendere. “Il potere di scioglimento delle Camere è, secondo la Costituzione, nelle mani del presidente della Repubblica, al cui equilibrio è rimessa ogni decisione”, scrivono in una nota congiunta i capigruppo del Pd, Dario Franceschini e Anna Finocchiaro.

Altrettanto netta la posizione dell’Udc: “E’ grave che si continui a parlare di una Costituzione che non esiste, e su questa base si cerchi di forzare la mano al Capo dello Stato”, attacca Rocco Buttiglione. Anche dal mondo cattolico non mancano critiche al centrodestra: Avvenire chiede di “fermare le cannonate d’agosto” all’indirizzo del Colle. Mentre da il Giornale di Vittorio Feltri, il quotidiano di proprietà del fratello del premier, si invita Napolitano a non “irritarsi” e a riflettere sul fatto che il premier viene eletto dal popolo.