Bossi: “O Fini si dimette o si va al voto a dicembre”

ROMA – Bossi si prepara al voto. Nella convinzione, più volte ripetuta, che “così non si può andare avanti”, il leader della Lega è tornato anche ieri a ribadire che l’unica via per uscire dal pantano si trova nelle urne.
Pur nel rispetto delle prerogative del Capo dello Stato, Bossi ribadisce il ragionamento dei giorni scorsi preannunciando che in caso di verifiche di maggioranze alternative, i voti della Lega non sarebbero a disposizione.

Fissando addirittura la ‘data’ delle elezioni: “fine novembre o ai primi di dicembre” al massimo. Di “galleggiare” o di “restare paralizzati”, il senatur proprio non vuol sentir parlare avendo nella sua personale ‘road map’ il cammino del federalismo che ‘deve’ al popolo padano e che vuole portare a termine se non in questa nella prossima legislatura. I ‘governi-anguria’ Bossi li lascia ai titoli di giornale e preme il grilletto dello ‘start’ in una corsa verso le elezioni che danno governi “veri”, “con i voti”, senza zavorre.

Urne, dunque. Ma anche una via di fuga, anche se difficilmente realizzabile. Da Calalzo di Cadore, poco prima di muoversi verso Schio, Bossi spiega che la “macchina” può essere fermata “solo con qualche gesto importante”, ovvero se Gianfranco Fini lasciasse la presidenza della Camera. Le sue dimissioni, ha scandito, sono l’unico modo per disinnescare il voto. Sarebbero, anzi, “fondamentali”.

Un ragionamento, quello di Bossi, fatto da uno che “di politica ci capisce un bel po’” e che, come ha detto nella tarda notte a festeggiamenti dei 63 anni di Tremonti appena terminati, consentirebbe al presidente della Camera anche di “fare una bella figura” visto che la maggioranza che lo ha eletto a Montecitorio “non lo vuole più”.