Somalia, gli Shabaab colpiscono il cuore della capitale

MOGADISCIO – Battaglia in un albergo dove vivono parlamentari e funzionari governativi, decine di vittime civili tra gli ospiti, due kamikaze che si fanno saltare in aria, un terzo che sarebbe stato catturato.
Gli Shabaab, l’organizzazione paramilitare di integralisti islamici somali che si proclamano emanazione di al Qaida, ancora una volta hanno colpito il cuore di Mogadiscio: geograficamente e politicamente.

Al secondo giorno di un’offensiva antigovernativa di dimensioni inusualmente vaste e pianificata nei minimi dettagli, ieri mattina hanno fatto irruzione nell’hotel Muna, situato non lontano dal Palazzo presidenziale e dalla sede del Parlamento, in una delle poche zone della capitale che dovrebbero essere sotto il controllo dei governativi. Secondo i testimoni, due uomini che indossavano divise dell’esercito regolare sono entrati indisturbati nella hall dell’albergo: pochi passi e si sono girati, hanno tirato fuori le armi e hanno aperto il fuoco a caso, sparando contro tutto e tutti.

Piu’ tardi il ministero dell’Informazione ha riferito che ‘’sono state uccise 32 persone, tra cui sei membri del Parlamento e quattro alti funzionari governativi … Le altre vittime sono civili… E ci sono anche donne e bambini’’. Decisamente piu’ alto il bilancio delle vittime trionfalmente fatto circolare sui media dagli Shabaab nella loro rivendicazione. ‘’I nostri ‘martiri’ hanno portato a termine con successo una grande operazione – ha dichiarato ai giornalisti il portavoce dell’organizzazione fondamentalista Sheikh Ali Mohamud Rage – Sono riusciti ha uccidere 60-70 funzionari governativi, poliziotti, responsabili dell’intelligence e impiegati civili’’. La cifra non ha per ora trovato conferma. Ma non e’ escluso che il numero delle vittime possa aumentare se risulteranno esatti i racconti fatti sulla dinamica dell’attacco alla France Presse da alcune persone che si trovavano nell’albergo a tre piani. E che sono sopravvissute. ‘’Io mi sono lanciato da una finestra – ha detto un ragazzo – Infatti, dopo aver ammazzato le guardie e colpito tutti quelli che c’erano nella hall, i due kamikaze sono saliti sulla terrazza e da li’ hanno continuato a sparare, l’uno accanto all’altro, contro le forze di sicurezza che avevano circondato l’edificio … Urlavano ‘Allah Akbar’ e sparavano … Poi uno dei due e’ saltato in aria e subito anche l’altro’’ ha fatto la stessa fine. Intanto le ambulanze arrivavano e ripartivano con a bordo i feriti.

Alla Misna, l’agenzia dei missionari, un funzionario dell’ospedale Medina ha detto che ‘’si lavora a ritmo continuo … Abbiamo quasi 60 ricoverati, alcuni in gravi condizioni e tutti con ferite profonde causate da schegge o da proiettili’’. A Mogadiscio vi sono anche altri due ospedali ma non si sa se anche qui siano state portate persone ferite nell’attacco. Negli ultimi tre anni, dopo il ritiro dei soldati etiopici e il fallimento delle mediazioni tentate dalla comunita’ internazionale a vari livelli (Unione Africana e Ue in prima fila), gli Shabaab non hanno mai smesso di attaccare le forze del debole governo di transizione. Ma l’offensiva cominciata ieri – in pieno Ramadan – e sfociata nell’attacco all’hotel potrebbe indicare, secondo gli osservatori, una svolta verso un’ulteriore incancrenirsi del conflitto contro quelli che i fondamentalisti islamici definiscono ‘’gli invasori cristiani e il governo apostata’’.

A farne le spese restano, come sempre ormai da quasi vent’anni, i civili: donne e bambini in primo luogo. Secondo le ultime stime dell’Onu, solo negli ultimi tre anni 21.000 persone sono state uccise, un milione e mezzo di sfollati vagano all’interno del Paese, mezzo milione sono fuggiti in altri Stati del Corno d’Africa.