Bossi: “Per adesso niente elezioni. Si va avanti così ma senza Casini”

NOVARA – “Per il momento la maggioranza di governo esclude il ricorso al voto anticipato” ha detto il ministro delle Riforme, Umberto Bossi, lasciando villa Campari, a Lesa, sul Lago Maggiore, dove si è tenuto l’atteso vertice tra il leader della Lega Nord e il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
“No, al momento no”, ha risposto Bossi a chi gli chiedeva se ci saranno le elezioni anticipate. L’attuale maggioranza di governo, ha spiegato il Senatur, andrà avanti senza aprire ai centristi. “Si va avanti così, ma senza l’Udc e senza Casini per realizzare il programma”, ha detto il leader del Carroccio.

L’atteso incontro si è quindi concluso con un ‘pari e patta’, un compromesso tra le due parti chissà se veramente destinato a soddisfare entrambi. Lapidario il capogruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi: “Bossi ci perdoni il termine un po’ napoletano, ma lui e Berlusconi fanno solo ‘ammuina’. Il vertice si è risolto in una sceneggiata’’. ‘’La paura fa novanta – rincara il portavoce dell’Idv, Leoluca Orlando -. Il dato che emerge è la conferma che l’attuale maggioranza ha paura del voto’’.

Mentre il segretario del Partito democratico, Pierluigi Bersani, chiede al governo di ‘’venire in Parlamento a certificare la crisi perché il Paese, con i problemi che ha, non può vivacchiare aspettando tutte le sere un ‘bollettino meteo’ da Arcore…’’.

Diversa la lettura del portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, secondo il quale ‘’ancora una volta dal premier, dal Pdl e dagli alleati della Lega, viene una prova di responsabilità verso il paese e di chiarezza nella definizione di un percorso politico’’. ‘’E’ prevalsa la realpolitik di Berlusconi, perché la Lega voleva andare al voto’’ commenta Osvaldo Napoli, vice presidente dei deputati del Pdl.

I finiani, dice Italo Bocchino, capogruppo di Fli alla Camera, condividono ‘’le parole di Bossi, non c’è nessun motivo di andare al voto anticipato.
Secondo il presidente dei deputati di Fli, ‘’la maggioranza ha gli stessi voti della prima fiducia, solo che ora i soggetti che la formano non sono più tre ma quattro: Pdl, Fli, Lega e Mpa. E’ velleitario, dunque, pensare di sostituire Fini con Casini anche perché va contro la volontà dell’elettorato’’.

Dunque il Senatur, che non più di due giorni fa si lamentava del ‘tentennare’ del Cavaliere in merito a un’eventuale alleanza con l’Udc, per ora rinuncerà alla tanto perorata causa di un ricorso anticipato alle urne. Berlusconi dal canto suo almeno per il momento lascerà da parte il discorso con i centristi, ai quali da più parti nel Pdl si guarda con sempre maggior attenzione, per non parlare dei finiani dichiaratamente favorevoli ad allearsi con loro.

Centristi che però ancora oggi hanno ribadito, per voce del segretario Lorenzo Cesa: “Se qualcuno pensa che all’Udc interessi la politica ‘dell’aggiungi un posto a tavola’ non ha capito proprio niente”. Quanto al vertice, ‘’finalmente sembra calare il sipario sul teatrino della politica’’.
Mentre Rocco Buttiglione replica direttamente a Bossi: ‘’Dice che andranno avanti senza l’Udc? Sono parole scontate, nessuno ha mai chiesto di entrare in questo governo e in questa maggioranza. A Bossi dico: andate avanti pure senza di noi, se ne siete capaci…’’.

‘’Se il governo deciderà di andare avanti sulle riforme, lo sosterremo”, avverte la numero uno di Confindustria, Emma Marcegaglia, “se continuerà a vivacchiare, denunceremo e lo considereremo un tradimento verso la gente”. Marcegaglia si è detta comunque “molto soddisfatta” per l’esito del vertice.
Da segnalare poi, a poche ore dall’incontro sul Lago Maggiore, l’interrogativo posto dalla ‘La Padania’. “E se Bossi e la Lega andassero all’opposizione?” si chiede il quotidiano della Lega che dipinge uno scenario con un “Carroccio fortissimo al Nord e in grande crescita in altre regioni fino al centro e dintorni’’. Per la ‘Padania’ è tutto chiaro: “A meno che il vertice di oggi sparigli il tavolo, come ci si augura”, “Bossi e la Lega non possono assistere a questo gioco al massacro, al ritorno ai vecchi giochi Dc-Pci, alle regole democratiche calpestate. Meglio, molto meglio, stare da soli, correre da soli”.
Ma il vertice poi c’è stato e l’ipotesi, almeno per ora, sembra accantonata.