La riforma elettorale prima del voto, la proposta agita la maggioranza e il Pd

ROMA – “Quello della legge elettorale è il nodo di fondo, non possiamo rischiare di tornare al voto con questo sistema”. E’ il monito lanciato da Massimo D’Alema che in un’intervista a ‘La Repubblica’ avanza due proposte, il “doppio turno alla francese” o il “sistema tedesco”, ma è quest’ultimo che preferisce perché lo considera lo “schema migliore per un Paese come il nostro”.


“Con il sistema tedesco noi potremmo convogliare un campo vasto di forze, dall’Udc alla Lega – dice D’Alema – e creare un assetto tendenzialmente bipolare, anche se non bipartitico, in cui si andrebbe alle urne con cinque, massimo sei partiti, con un centro forte che si allea con la sinistra”.
Inevitabile il dibattito, in primis all’interno del Partito democratico.
“L’orientamento prevalente emerso dall’assemblea nazionale è stato quello di andare avanti sul sistema maggioritario, uninominale possibilmente a doppio turno” ricorda Rosy Bindi, presidente dell’assemblea nazionale del Pd.


“E’ vero, come sostiene D’Alema, che l’attuale bipolarismo è malato e che la malattia si è aggravata con i condizionamenti imposti dal populismo di Berlusconi e da questa legge elettorale. Ma non si può immaginare di uscire dal berlusconismo tornando indietro – avverte Bindi – con i partiti che umiliavano le istituzioni e i cittadini, non si può tornare alla politica delle mani libere, come di fatto propone D’Alema con il sistema tedesco, delle coalizioni costruite a tavolino dopo il voto”.


Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, dice di avere “in testa un meccanismo che rifletta la base territoriale, che confermi un assetto bipolare con flessibilità, che non personalizzi troppo. Questo può venire da una correzione del modello tedesco, dal mattarellum. Discuteremo”.


“Sono d’accordo con D’Alema quando dice che sono importanti i contenuti, che oggi non sono chiari – commenta Ignazio Marino, che ha firmato l’appello a favore dell’uninominale -. Ma a differenza di D’Alema penso che un Paese moderno deve affidarsi a un sistema bipolare, all’americana, netto, o bianco o nero”.
Per Marina Sereni “bisogna trovare forme diverse dal sistema tedesco. Il Partito democratico deve lavorare sul documento che ha approvato in assemblea e che rafforza il bipolarismo rendendolo meno plebiscitario. E’ necessario correggere la deriva populista ma non cancellare il bipolarismo”.


Nel dibattito interviene anche la vicepresidente del Senato, Emma Bonino. “Dalla Lega e dal Pdl ci sarà un muro nei confronti della nostra proposta per l’uninominale. D’Alema sostiene invece un altro sistema, quello tedesco, alternativo a quello che proponiamo noi, perché comporterebbe alleanze post elettorali, così come vogliono anche l’Udc e l’estrema sinistra. Sono posizioni che esistono, ed è quindi giusto che vengano allo scoperto – afferma Bonino – Ma certo questo è un dibattito politico serio, altro che il cicaleccio al quale abbiamo assistito nelle scorse settimane”.


E che la riforma della legge elettorale non sia prioritaria per il governo lo dice chiaramente il ministro per l’Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi: “La legge elettorale? Non è una priorità né per gli italiani né per la stessa politica. Una parte dell’opposizione se ne faccia una ragione. Noi di certo non la cambieremo”.
“Il tema della legge elettorale non è all’ordine del giorno – rimarca anche il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone – E’ surreale lo spettacolo di un Pd che, non appena comincia a discutere di un qualunque argomento, è già lacerato”.


Secondo il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, “è evidente che D’Alema cerca di surrogare con la manovra politica e con la modifica della legge elettorale la debolezza politica e sociale del Partito democratico e della sinistra in genere rispetto all’azione di governo e alla forza del blocco sociale di centrodestra. Si vuole smontare il premio di maggioranza e andare al sistema tedesco per far sì che siano i partiti dopo il voto, e non gli elettori con il voto, a stabilire chi deve governare. Su questo piano certamente D’Alema è all’altezza della sua fama”.


Di parere diverso Italo Bocchino, capogruppo di Futuro e Libertà a Montecitorio, per il quale la proposta di D’Alema di riformare la legge elettorale “va valutata con attenzione, come ogni proposta. Abbiamo bisogno di una legge elettorale che da una parte garantisca bipolarismo e dall’altra la stabilità dei governi, che possibilmente faccia scegliere gli eletti agli elettori e faccia dichiarare prima le alleanze. Con questi ‘paletti’ si può discutere, a partire dalla legge in vigore, aperti a tutte le soluzioni”.