Processo breve: avanti su riforme, senza chiusure

Attendere il discorso di Gianfranco Fini a Mirabello, ma intanto andare avanti con la riforma complessiva della giustizia, ivi incluso il processo breve, tenendo conto del fatto, però, che sul ddl già approvato in prima lettura al Senato non ci sono chiusure ad eventuali miglioramenti; in particolare sulla possibilità di intervenire sulla norma transitoria per ridurre l’impatto sui processi in corso destinati ad estinguersi. E’ questa, secondo autorevoli fonti della maggioranza, la linea emersa nel corso del lungo ‘vertice’ a Palazzo Grazioli a cui hanno partecipato il premier Silvio Berlusconi, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, e il consigliere giuridico del Cavaliere Niccolò Ghedini.

A palazzo Grazioli si è assistito ad un continuo via vai. I primi ad arrivare, dopo le 13:30 sono stati il Guardasigilli e il responsabile giustizia del Pdl. Poi, si sono aggiunti il sottosegretario Gianni Letta e più avanti nel pomeriggio il ministro degli Esteri Franco Frattini. Nel tardo pomeriggio, è arrivato anche il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Nel corso del vertice, confida uno dei partecipanti, si è discusso un po’ di tutto, dalla realizzazione dei punti programmatici ai rapporti con i finiani. Ma il tema centrale è stata ovviamente la giustizia ed in particolare il processo breve. La presenza di Tremonti fa ipotizzare che si sia discusso anche delle risorse che Alfano ha detto di voler destinare al sistema giudiziario proprio per rendere possibile una riduzione dei tempi processuali. Anche se, assicura un presente, con il titolare del dicastero di via XX settembre si è discusso anche di Sud e di tasse.

BOCCHINO (FLI), ASPETTIAMO GOVERNO SCIOLGA NODI – “Il testo sul processo breve era finito su un binario morto al Senato per le perplessità circa il danno arrecato ad un numero elevato di procedimenti pendenti. Aspettiamo che il governo ci illustri come sciogliere questi nodi”. Italo Bocchino, presidente dei deputati di Fli, interpellato telefonicamente dall’Ansa, rilancia nel campo del Pdl la palla della ‘trattativa’ sul processo breve. “Aspettiamo di sentire l’intervento di Fini a Mirabello”, aggiunge Bocchino che valuta “positivamente l’atteggiamento della Lega Nord” in modo che – spiega – “si possa tornare a parlare di politica”.

BERSANI, CON BERLUSCONI DIFFICILE CAMBIARE PROCESSO BREVE – Che i finiani e il Pdl si stiano mettendo d’accordo “per adesso sono cose ipotetiche, ma il vero problema è quello della norma transitoria”: lo ha affermato il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, rispondendo ai giornalisti a Torino. “Credo che la questione – ha continuato Bersani – sia la norma transitoria, tutto il resto è un tema che può essere discusso sulla base di una riflessione sul sistema giustizia. Ma se siamo arrivati fino a questo punto – ha rimarcato – credo che la norma transitoria sia il tema del contendere e credo che rimuoverla per Berlusconi sarà sempre più difficile”.

F.CRISTIANA: AIUTARE FAMIGLIE,PROCESSO BREVE FALSA PRIORITA’ – L’Italia è la “cenerentola d’Europa per la famiglia” e intanto è “alle prese con false priorità ed emergenze, come il cosiddetto ‘processo breve'”. Lo scrive Famiglia Cristiana nell’editoriale del numero in uscita domani. “Adesso che le elezioni anticipate appaiono scongiurate – si legge nell’articolo -, il Governo s’appresta a portare in Parlamento un’agenda di cinque punti su cui chiedere la fiducia. Il piatto forte, naturalmente, è la giustizia. O meglio, il “processo breve” che, per renderlo meno indigesto all’opinione pubblica, si chiamerà “processo in tempi ragionevoli”. E che avrà una corsia preferenziale, grazie a risorse e investimenti straordinari. Da reperire, a ogni costo, sia pure in tempi di ristrettezze”.

“Ma a settembre – prosegue Famiglia Cristiana -, con la ripresa scolastica, le famiglie avranno altre priorità: lavoro e lotta alla povertà, innanzitutto. Le fabbriche riaprono i cancelli, ma circa cinquecentomila posti sono a rischio”. Secondo il diffuso settimanale cattolico, che cita anche i recenti dati del ministero dell’Economia, “l’Italia è la cenerentola d’Europa, fanalino di coda nel sostegno alle famiglie”. “Per i politici – scrive – il benessere della famiglia non è bene prioritario, ma merce di scambio, in una logica mercantile che mira a interessi di parte e non al bene comune”. Intanto, “nel welfare familiare ci superano Paesi come Cipro, Estonia e Slovenia. Peggio di noi fanno solo Malta e Polonia”.