Il fiuto di capitan Pirlo: “Sento un’aria nuova”

“Si respira un’aria nuova in Nazionale”. La confessione è autorevole perché arriva da Andrea Pirlo, uno dei
pochi reduci azzurri che hanno vissuto sia il trionfo di Germania 2006 che il fallimento del Sudafrica 2010.
“Si respira un’aria nuova perché ci sono tanti giocatori nuovi – attacca il centrocampista del Milan dal
ritiro di Coverciano, dove l’Italia sta preparando le gare contro Estonia e Far Oer valide per le qualificazione
ad Euro 2012 -. C’è la voglia di ripartire dall’ultima sconfitta, e quando si riparte da zero l’ottimismo
diventa fondamentale. Adesso ci sono un nuovo allenatore, nuovi calciatori e una nuova mentalità,
potremmo tornare a rivivere momenti stupendi. Spero di essere importante per l’Italia ancora per tanti anni
ed avverto la responsabilità del nuovo compito di capitano. Non mi sento la chioccia del gruppo ma un
giocatore importante sì”.

L’amarezza per il disastro azzurro del recente Mondiale non è stata ancora metabolizzata, nemmeno da “capitan” Pirlo. “In Sudafrica è mancata l’esperienza internazionale da parte di
alcuni giocatori per i quali il palcoscenico del Mondiale alla fine è risultato troppo impegnativo – continua -.
Sì, dopo l’eliminazione al Mondiale ci ho pensato molto e sofferto altrettanto.Giocare solo 20 minuti e
tornare a casa non è stato ilmassimo. Ho passato un brutto Campionato del Mondo e una brutta estate.
Ora dovremo ritrovare la qualità, che viene prima di tutto, perché negli ultimi anni sono state proprio le
squadre con maggiori qualità a vincere in campo internazionale. Dovremo imparare a giocare palla a terra e
scambi, 3-4 partite possono bastare per trovare i giusti meccanismi. È il bel gioco che ti porta a vincere, e il
tecnico Prandelli ha già dimostrato di far giocare bene le sue squadre di club”.

Il primo vero impegno per
la nuova Italia sarà rappresentato dal match in Estonia di martedì prossimo. “Contro l’Estonia non sarà
una passeggiata – avverte Pirlo -. Il terreno di gioco è piccolo e troveremo molte insidie. E poi ricordiamoci
che l’anno scorso il Brasile vinse solo 1-0 su quel campo. L’obiettivo per noi rimane la vittoria. Cassano?
L’ho trovato contento, scherzoso, il solito di sempre. L’importante è che sia tornato nel gruppo. Mi
aspetto di vederlo in campo a Tallinn. Il numero dieci sarà suo. In spogliatoio ho detto: io prendo il 21, gli
altri numeri decideteli voi. Sono un capitano democratico…”.

Qualità, dunque, e ottimismo. Gli stessi ingredienti che sembrano far parte del nuovo Milan versione Ibrahimovic-Robihno. Andrea Pirlo non nasconde
la sua gioia per i neo-acquisti rossoneri e lancia la sua sfida all’Inter. “Ora siamo sullo stesso livello dell’Inter
ed abbiamo le carte in regola per vincere lo scudetto – ammette -. Ma anche le altre squadre si sono rafforzate, mi auguro sia un campionato più equilibrato Ci vorrà tempo per sincronizzarsi ma i nuoci acquisti
sono fortissimi. Non mi sarei mai aspettato un mercato così Berlusconi ci è stato vicino, è venuto a trovarci
in allenamento e l’ho visto contento di quello che stavamo costruendo. Poi ci ha fatto anche questi ultimi
due regali, e ciò significa che gli è tornata la passione e la voglia di vedere un grande Milan”. L’acquisto di
Ibrahimovic rappresenta il colpo di mercato che ancora fa notizia. “Lui ci darà una grande forza e una grossa
mano – continua Pirlo -. Anche l’anno scorso ha fatto 25 gol tra campionato e Coppa, è un attaccante
che può segnare in qualsiasi campionato, Con Ibra, Ronaldihno, Pato e Robihno basterà dare la palla
avanti a quei quattro e state sicuri che qualcosa succederà. La nostra mentalità dovrà essere la stessa: attaccare per vincere. Per Borriello mi dispiace ma ritengo giusto che quando un giocatore non è contento vada in un altro club. Il mio ruolo? Non cambierà, ammetto di essere un centrocampista diverso dagli altri per le mie caratteristiche”.

L’augurio finale è che il campionato appena iniziato, oltre alla sfida Inter-Milan per lo scudetto che si annuncia affascinante, possa portare anche a un ripensamento generale sul sistema del calcio italiano. “Tutto il movimento è da rivedere, penso agli stadi da rifare, ai tifosi – confessa Pirlo -. Bisogna tornare a divertirsi. E anche a invertire la tendenza che fa si che ogni anno arrivino giocatori stranieri che tolgono spazi ai nostri calciatori emergenti. Anche se forse un’involuzione dei nostri vivai esiste davvero, e tanti nostri giovani escono dalla Primavera non ancora maturi per la prima squadra”.