Napolitano: L’Italia metta in campo ”una seria politica industriale”

ROMA – Ieri l’appello sulla centralità dell’economia, oggi il monito sulla necessità che l’Italia metta in campo ”una seria politica industriale secondo le grandi coordinate dell’integrazione europea” e torni ad avere un ministro per lo Sviluppo economico in carica.

Il Presidente della Repubblica, durante l’ultimo giorno della visita a Venezia in occasione della mostra del Cinema, torna a parlare dell’attualità nella convinzione che la strada da lui indicata sia quella giusta per rispondere ai problemi dell’occupazione. ”C’è una quota assai consistente di giovani – spiega infatti Giorgio Napolitano – che non sono impegnati in processi formativi, ne’ processi lavorativi, ne’ di addestramento al lavoro: dobbiamo riuscire a dare risposte su tutti questi terreni” tenendo conto dei ”limiti stretti” in cui si muove l’azione pubblica e ”dell’impegno delle risorse nel bilancio dello Stato, punto ineludibile – sottolinea – per governo e opposizione”.

Riflessioni che portano con se’ la necessità che il vertice del ministero dello Sviluppo economico, il cui interim da quattro mesi e’ nelle mani di Silvio Berlusconi, non resti nella sostanza vacante ancora a lungo. Napolitano prima sfodera l’arma dell’ironia e di fronte all’incalzare dei cronisti che vogliono sapere se per dare seguito alle sue indicazioni reputi opportuna la nomina del titolare del dicastero di Via Veneto replica con una battuta: ”Lei crede? Allora – dice – passo la voce”.

Poco dopo pero’ non lascia spazio a dubbi interpretativi: ”Sono convinto – osserva – delle cose che ho detto: bisogna che ci mettiamo insieme, l’Italia vuole avere un’industria e una politica industriale. Poi adesso addirittura – sottolinea – abbiamo un vuoto che bisogna chiudere”. Economia dunque in primo piano ma il Presidente della Repubblica approfitta della visita veneziana anche per parlare di federalismo: lo Stato democratico italiano ”nacque ferocemente accentrato”, ricorda Napolitano, mentre ora e’ in atto un’evoluzione in senso autonomistico e federalistico” che rappresenta, e’ la convinzione, ”una garanzia della rinnovata unita’ nazionale.

L’Italia faccia la sua parte in Europa, dia prova – e’ quindi la sua richiesta – di coesione”. Parentesi che non poteva non trovare il plauso della Lega: ”Il presidente Napolitano – commenta il ministro Roberto Calderoli – e’ come l’Amarone: migliora con il passare degli anni, mostrando una modernita’ sconosciuta persino a molti trentenni”. Carroccio a parte, le reazioni del mondo politico arrivano soprattutto dal Pd che torna a evidenziare come sia ”scandaloso”, come dicono all’unisono il segretario Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema, che la poltrona dello Sviluppo economico sia ancora vuota.