Svizzera, no del Pd al referendum sulla legge per la disoccupazione

“A poche settimane dal voto referendario sulla riforma della legge di revisione dell’assicurazione disoccupazione il dibattito è entrato nel vivo dell’arena politica e rischia di bloccarsi su argomenti
monotematici che, da prassi consolidata, mettono in evidenza quasi esclusivamente gli aspetti finanziari
del referendum; mentre visto il reiterato intervento privatistico degli effetti assicurativi sarebbe opportuno
che la politica facesse emergere le contraddizioni del progressivo smantellamento dello stato sociale che, inesorabilmente da molti anni sta configurandosi in Svizzera aprendo le porte a profonde diseguaglianze in una società che non riesce più a ridurre la forbice delle differenze tra la ricchezza e la povertà”.

È quanto si legge in un comunicato diffuso dal segretario del Partito Democratico della Svizzera, Michele Schiavone, in relazione al referendum sulla revisione della legge sulla disoccupazione che impegnerà la Svizzera il prossimo 26 settembre.

“In definitiva – spiega la nota – i cittadini elettori dovranno decidere sull’innalzamento o meno di pochi decimali del tasso contributivo per abbattere il disavanzo di alcuni milioni di franchi della cassa disoccupazione pena l’intervento ‘de jure’ del governo, chiamato a intervenire ogniqualvolta l’esposizione del debito rischia di superare la cifra massima prevista dalla legge”. “Con proposte più lungimiranti di riforma della stato sociale – si legge nella nota –, invece, sarebbe
opportuno chiedere all’esecutivo di questo Paese di rivedere i meccanismi e gli strumenti che concorrono a
definire le prestazioni sociali, a rilanciare l’occupazione e a rivedere i tempi e l’organizzazione del lavoro,
mettendo mani alle differenze sperequative dei contribuenti per ridurre le distanze sociali. Il no al referendum
che auspichiamo possa imporsi nelle urne il 26 settembre e al cui esito stanno lavorando le forze progressiste
e sindacali svizzere, perciò non è motivato solo dalla messa in discussione della proposta governativa tesa a
portare i correttivi necessari per tirare avanti e far rientrare il debito, ma muove dalla necessità di promuovere un modello sociale sostenibile e duraturo capace di affrontare le nuove sfide di una società
in continua competizione con ‘players’ che stanno creando le proprie fortune sullo smantellamento dei
diritti sociali”. “Da ciò – prosegue – l’invito agli elettori, ai doppi cittadini ad un impegno straordinario, dentro
e fuori le istituzioni, per aiutare la Svizzera a ritrovare la strada maestra di un impegno comune per risalire la
china creando occupazione e crescita economica. Questo è anche l’auspicio che si augurano gli italiani, le associazioni ed i circoli del Partito Democratico in Svizzera pronti a svolgere la propria parte ed assumersi ulteriori responsabilità nel solco di quella tradizione del lavoro, che è stata una delle pagine più belle scritte assieme in questo paese a partire dalla seconda metà del secolo scorso”.