Dal carcere in Grecia, la denuncia di Stanzione

ROMA – L’Associazione Prigionieri del silenzio denuncia le condizioni disumane in cui si trovano i detenuti di Patrasso in Grecia, tra questi vi è il connazionale Francesco Stanzione da 9 anni in carcere.
Francesco, condannato a 22 anni di detenzione, ha sempre rifiutato le accuse di traffico internazionale imputate dalla corte greca. ‘Prigionieri del silenzio’, associazione che si occupa della tutela dei diritti dei detenuti italiani all’estero, ha sollecitato nel 2009 l’applicazione della convenzione di Strasburgo, ma a distanza di due anni l’italiano non è tornato nel suo paese ed inoltre la Grecia ha chiesto il pagamento di una multa di duecento mila euro per valutare la richiesta.


Questa la lettera inviata da Francesco Stanzione:
“Scrivo questa lettera per far sapere in che condizioni disumane viviamo noi detenuti in Grecia. Per le guardie greche tutti i napoletani sono mafiosi. Stamattina dopo circa un anno un amico mi ha dato un giornale italiano e ho letto che l’Italia e’ stata multata perché la condizione dei detenuti italiani è inaccettabile.
Qua in Grecia le carceri sono peggio dei lager. Le celle sono di 20 metri quadrati e viviamo in dieci persone in condizioni disumane, abbiamo un piccolo bagno dove facciamo tutto. E in estate quando fa molto caldo manca anche l’acqua per la toilette, vi sono altre carceri in cui ci sono più di venti persone per cella e molti dormono per terra.


Sono arrivati molte volte degli Europarlamentari dall’Europa ed hanno visto in che condizioni viviamo ma non hanno mai fatto niente, qua la stampa non dice mai nulla su di noi, in un mese sono morti due detenuti e nessuno ha detto nulla, se ti senti male sei finito, non c’è un dottore.


In cella non abbiamo nulla, se vuoi sederti devi comprare uno sgabello, la prigione non lo passa, come neppure la carta igienica o una saponetta, i detenuti sono quasi tutti stranieri e non hanno soldi, quello che compri sei costretto a dividerlo. Il cibo fa schifo: una volta la settimana danno spaghetti in bianco, li prendono con le mani e li mettono nei piatti. Ci sono scarafaggi grossi come lucertole e topi così grossi da non averne visti mai prima di simili. Il carcere non offre nulla non ci sono libri ed è proibito averne. Le giornate passano e l’unica cosa da fare è camminare avanti e indietro.
La colpa è anche di certi giornalisti che per fare notizia buttano l’Italia e gli italiani che lavorano all’estero nel fango”.