Frattini: “Su Sakineh ancora nessuna decisione”

ROMA – Intervistato dal Tg1 sulla vicenda di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana condannata alla lapidazione per adulterio e per concorso nell’omicidio del marito, il ministro degli Esteri Franco Frattini ha detto di aver avuto rassicurazioni da Teheran. “Il nostro ambasciatore ha incontrato le autorità di Teheran che hanno spiegato che nessuna decisione è stata presa”, ha detto “la lapidazione per ora non ci sarà”. Quanto alla richiesta di convocare l’ambasciatore iraniano a Roma che è arrivata a Frattini dal figlio di Sakineh, il ministro ha spiegato: “Questo è già accaduto, abbiamo avuto molteplici rapporti con l’ambasciatore iraniano che ha anche risposto a me, non gradendo, ma comprendendo e rispettado la nostra azione”.


L’allarme sulla vita di Sakineh resta “alto”, ma “per ora non ci sono elementi concreti che facciano supporre che l’esecuzione sia fissata per venerdì”, ha fatto sapere Javid Houtan Kian, avvocato della donna. Commentando l’allarme lanciato dal filosofo Bernard-Henri Levy e dall’ex avvocato di Sakineh, Mohammad Mostafaei, fuggito in Norvegia, dove vive e dove è detenuta Sakineh, Houtan Kian torna a dire che Mostafaei “non rappresenta Sakineh ne’ la sua famiglia, con cui non ha contatti”. Per l’avvocato, le dichiarazioni che Mostafaei rilascia alla stampa rischiano di “creare equivoci nocivi per Sakineh”, come accaduto con la foto pubblicata dal Times, costatale 99 frustate. L’ipotesi di un’esecuzione venerdì sarebbe quindi legata al fatto che quel giorno finisce il Ramadan, mese durante il quale le autorità avevano promesso che non avrebbero lapidato la donna. In una precedente intervista, Houtan Kian aveva spiegato che “il ricorso alla Corte Suprema contro la conadanna non è stato ancora formalmente accolto e per questo l’autorità giudiziaria ha il potere di rendere esecutiva in ogni istante la condanna a morte per lapidazione”.


Intanto, l’Ue respinge le accuse di immobilismo nel caso Sakineh. Maja Kocijancic, portavoce dell’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune europea Catherine Ashton, puntualizza: “Abbiamo sollevato la questione in molte occasioni e la Ashton ha scritto una lettera pubblicata su molti media, dove abbiamo condannato la decisione presa da un tribunale iraniano di condannare questa donna alla lapidazione”. Alla Commissione europea il vice presidente dell’Assemblea di Strasburgo chiede di “reiterare con una posizione ferma la sua condanna contro l’Iran” sottolineando l’importanza “in questo momento di ritornare con enfasi” sulla vicenda per evitare l’esecuzione della donna iraniana. Per Angelilli “il silenzio in questo caso è complicità”.